ll ministro per gli Affari Europei ha commentato la gestione a livello Ue dell'emergenza coronavirus. Sul Golden Power “non c’è un’ostilità verso gli altri Paesi, ma c’è la difesa di quelli che sono dei patrimoni"
"Mancano dei tasselli per fare una politica fiscale europea. Quello che serve, su cui si discuterà all’Eurogruppo e si discute al livello dei Ventisette, è l’ammontare della solidarietà concreta che dobbiamo mettere in campo. Gli strumenti messi in campo sono importanti, ma serve un salto di solidarietà in più”. Il ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola a Sky Tg24 ha dato il suo punto di vista sulle conseguenze dell'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LE GRAFICHE DEI CONTAGI IN ITALIA - I CONTAGI NEL MONDO) a livello europeo.
Posizione italiana di grande realismo
"La nostra posizione, sostenuta anche da altri Paesi europei, è di grande realismo. Guardiamo i dati di una recessione incombente e di quello che serve per rilanciare occupazione e impresa, e non possiamo trattare questa materia come se fosse il solito negoziato europeo su questioni tecniche - ha detto ancora Amendola -.Non siamo duri per arrivare a una rottura ma perché siamo consapevoli della gravità della situazione e credo sia una posizione largamente condivisa":
Mes non è più appropriato
Sulla proposta del Mes, Amendola ritiene che “il MES dal 2012 fu implementato per degli shock cosiddetti asimmetrici, cioè per alcuni Paesi che nella crisi finanziaria del 2008-2010 entrarono in difficoltà sui mercati, e quindi si costruivano dei programmi per quei Paesi. Io, non solo per come ha funzionato, ma per la natura della crisi che stiamo vivendo considero quello strumento non più appropriato al tempo che stiamo vivendo e alla natura delle crisi. Questa non è una bolla finanziaria, è una bolla della produzione, della catena di valore, dei legami che ci sono nell’economia del mercato interno europeo".
I bond invece strumento più potente
“Di fronte all’impatto della recessione noi crediamo che ci sia necessità di strumenti molto più potenti del MES. Una politica fiscale finanziata con dei bond, quindi dei titoli di debito garantiti da tutti i Ventisette, avrebbe una portata, anche condizionata agli obiettivi della crisi che abbiamo davanti a noi, molto più potente". Lo ribadisce con forza il ministro agli Affari Europei, sottolineando che "non c’è nessun problema di uscire dal tavolo negoziale, ma il tavolo dev’essere all’altezza di quello che è la crisi e di quello che è il nostro bisogno di difendere la il lavoro, le imprese e la loro liquidità e difendere anche la competitività dell’Europa. Da questa crisi dobbiamo guardare a una rinascita e a un recovery plan, non possiamo guardare solo alle tenuta. Per fare questo ci vogliono grandi risorse per affrontare la sfida”. Infine, sulla norma per rafforzare il Golden Power: "Non c’è un’ostilità verso gli altri Paesi, ma c’è la difesa di quelli che sono dei patrimoni. Lo stanno facendo molti stati europei e credo che sia giusto difendere per ripartire quando ci saranno le condizioni”.