Il governatore dell’Emilia Romagna in un’intervista a Repubblica: “Il centrodestra ha un radicamento straordinario nel Paese. Siamo ai nastri di partenza, non al traguardo”. E sul Partito democratico: “Bisogna demolire le correnti"
“Ho dimostrato che Salvini si può battere”, ma “è un errore dire che aver vinto in Emilia Romagna sia una vittoria del centrosinistra nel Paese”. Così il governatore rieletto dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in un’intervista a Repubblica commenta la sua vittoria di domenica scorsa (LO SPECIALE REGIONALI - LE ELEZIONI DEL 2020), lanciando un appello: “Il Pd deve avere un'identità più marcata" (ZINGARETTI: IL RISULTATO DEL PD È STRAORDINARIO - SALVINI: LA VITTORIA È SOLO RIMANDATA - SARDINE: SAREMO OVUNQUE SI VOTERÀ).
“Aprire il Pd e demolire le correnti”
Bonaccini, però, non considera la sua vittoria elettorale un punto d’arrivo: "In Calabria perdiamo di venti punti e il centrodestra ha un radicamento straordinario nel Paese. Siamo ai nastri di partenza, non al traguardo". E sul Pd aggiunge: “A Nicola (Zingaretti, ndr), al segretario, ho detto: servono sindaci e amministratori nelle segreterie, in tutti gli organi dirigenti. E serve il meglio delle competenze che arrivano dalla società". È necessario, spiega il presidente dell’Emilia Romagna, "aprire il partito", e questo "significa demolire le correnti", le quali - semmai - "potevano avere senso quando selezionavano le classi dirigenti".