Da Oriana Fallaci a Margaret Thatcher: il pantheon di Salvini nel discorso a Pontida. FOTO
Il leader del Carroccio, durante il raduno della Lega, ha ricordato citazioni e vicende di personaggi come Papa Giovanni Paolo II, Enzo Ferrari e Rosario Livatino. Spazio anche per Enrico Berlinguer: "Oggi i comunisti parlano ai banchieri: si rivolta nella tomba"
Da Oriana Fallaci a Margaret Thatcher, passando per Giovanni Paolo II e Giacomo Leopardi, senza dimenticare Enzo Ferrari. Sono questi alcuni dei nomi che compongono il pantheon ideale del leader della Lega Matteo Salvini. L'ex ministro dell'Interno ha ricordato le qualità di questi - e altri - personaggi durante il suo discorso al raduno leghista di Pontida
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Salvini ha voluto ricordare la giornalista toscana Oriana Fallaci, nel giorno (15 settembre) in cui cade il 13esimo anniversario della sua morte. "Da un lato c'è la Fallaci, il suo coraggio per le sue idee, dall'altro la viziatella comunista Carola (Rackete, ndr), quella che mi ha denunciato e che non vedo l'ora di guardare al processo a testa alta", ha detto. E ha poi aggiunto: "Grazie Oriana speriamo che i tuoi testi divengano libri di testo nelle scuole"
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Tra i personaggi di spicco citati, anche Margaret Thatcher: “Non ci può essere libertà, se non c’è libertà economica”, ha detto Salvini, citando l'ex premier britannica. Nella foto, Thatcher nel 1979
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Nel pantheon ideale, anche Papa Giovanni Paolo II. Nel parlare dell’Unione europea, il leader del Carroccio ha ricordato: “L’Europa o è cristiana o non è: così San Giovanni Paolo II a Santiago di Compostela. Ma ora l’Europa è una specie di supermercato"
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Salvini ha poi ricordato il giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale. "Quasi 40 anni fa - è il ricordo dell'ex vicepremier - scriveva che sarebbe stato opportuno che i giudici rinunciassero alle elezioni, e che se si fossero presentati, almeno si sarebbero dovuti dimettere dalle cariche giudiziarie. Era Rosario Livatino, un martire ucciso dalla mafia"
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Spazio anche per Enzo Ferrari, padre della scuderia del cavallino rampante: "Non fu ritenuto degno di fare il senatore a vita", ha ricordato Salvini. E ha aggiunto, tratteggiando un ritratto dell'imprenditore: "La differenza tra i produttori e i parassiti, tra i costruttori e gli uomini di chiacchiera"
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Poi un riferimento al genio di Giacomo Leopardi, lodato perché "diceva che la pazienza è la più forte delle virtù". Nella foto: un ritratto dello scrittore eseguito da Luigi Lolli e conservato presso la casa del poeta a Recanati, come appare sul francobollo emesso nel 1998 dalle Poste italiane
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Lodi anche per l'ex segretario del Pci Enrico Berlinguer: "Una volta - ha sottolineato Salvini - i comunisti erano persone serie, come Enrico Berlinguer, parlavano con gli operai, oggi con i banchieri. Si rivolterebbe nella tomba". Nella foto: Berlinguer durante un comizio nel 1984
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Nel pantheon ideale, spazio anche a don Pierino Gelmini che, ha ricordato l'ex ministro dell'Interno, "ha salvato 300mila ragazzi dalla droga in Italia e in tutto il mondo"
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