Dopo le dimissioni di Conte che fine fa il taglio dei parlamentari?

Politica

Giorgia Finesi

Mancava un solo passaggio, il quarto, per la legge costituzionale che avrebbe dovuto tagliare il numero dei parlamentari. Ma le dimissioni del premier Conte hanno bloccato i lavori del Parlamento.

Giuseppe Conte ha rassegnato le sue dimissioni, la crisi di governo è ufficialmente cominciata (GLI AGGIORNAMENTI: DIRETTA). Prossima tappa le consultazioni al Quirinale, prima conseguenza il blocco dei lavori parlamentari.

Che fine fa il taglio dei parlamentari

L’aula di Montecitorio non voterà la legge costituzionale fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle. Lo ha deciso la capigruppo della Camera dopo le dimissioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La votazione è stata trasformata in un dibattito sul tema, congelato a data da stabilirsi. Per prassi, infatti, quando un governo si dimette i lavori parlamentari vengono limitati, praticamente bloccati. Difficile immaginare, in questo momento, che fine farà la legge di riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. Sicuramente dovrà formarsi una maggioranza e dovrà essere votata la fiducia ad un nuovo Governo perché la discussione in Parlamento possa essere ripresa. Se invece si dovesse andare ad elezioni anticipate la riforma verrebbe completamente cancellata e dovrebbe- se fosse ripresentata- cominciare da capo la navetta parlamentare.

L’iter parlamentare

Essendo una legge di riforma costituzionale l’iter prevede la doppia lettura da parte delle 2 Camere. Inoltre, anche se approvata tutte e 4 le volte, una riforma costituzionale può essere soggetta a una richiesta di referendum confermativo se non viene approvata dai due terzi del Parlamento.

Cosa prevede la legge  

Il testo della riforma prevede la diminuzione del numero di parlamentari a 200 in Senato e 400 alla Camera. Quindi le poltrone da tagliare sarebbero 115 senatori e 230 deputati. Attualmente i deputati sono 630 e i senatori 315.

Il dibattito in Senato

Fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, durante l’aspro dibattito degli ultimi giorni, è stata spesso al centro dello scontro tra ex alleati di governo. I pentastellati hanno più volte accusato Matteo Salvini di voler far saltare l'iter della riforma invocando elezioni anticipate. Nella replica a Conte in Senato, il ministro dell’Interno si è rivolto espressamente agli ormai ex alleati: “Se volete completare il percorso di riforme intrapreso, noi ci siamo: tagliamo i parlamentari, facciamo una manovra coraggiosa e poi tutti al voto.”  La parola, al momento, spetta a Sergio Mattarella.

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