"Ci sono autonomia, riforma della giustizia, la manovra. O si fanno o cambia tutto", attacca il leader della Lega. Il capo politico pentastellato assicura: "Mai col Pd, ingiusto minacciare sempre crisi". Poi avverte: "Se Salvini su Russia mente, governo è finito"
L’agenda delle riforme, il voto in Europa, l’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega (GLI ULTIMI SVILUPPI): è scontro aperto nel governo tra Lega e M5s. Ad accendere la miccia un’intervista rilasciata a Corriere e Repubblica da Matteo Salvini. Giustizia, autonomia manovra: la Lega va avanti, e se arrivassero altri tre no, "allora cambia tutto", spiega il ministro dell’Interno. Poi attacca: ”5Stelle e PD? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli Italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il Presidente della nuova Commissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi. Una scelta gravissima, altro che democrazia e trasparenza". "Io sono sicuro dell'esecutivo e ritengo ingiusto che ogni giorno si minacci una crisi di governo. Dal mio punto di vista ci sono delle riforme che si devono fare", replica Luigi Di Maio, per poi chiarire: "Non ci sono tre no". "Se avessi il minimo sospetto che la Lega ha preso soldi dalla Russia non starei al governo con loro - aggiunge poi il leader pentastellato - il tema è che se il Parlamento chiede un'audizione è giusto che quella persona (Matteo Salvini, ndr) vada in Parlamento". Intanto, il premier Conte avverte: “Se cade il governo non mi presterò ad operazioni opache”.
Lo scontro a tutto campo
Alla domanda se tema un governo Pd-M5s, Salvini replica: "Lo chiedano agli italiani. Ma io non sono mai preoccupato di niente". Poi sottolinea: "È una scelta dei 5 Stelle, le cose o si fanno o non si fanno. Mi auguro che il loro voto a Merkel e Macron non significhi una manovra alla Monti. Il buongiorno si vede dal mattino e io non so se Ursula von der Leyen sta lì che aspetta di fare crescere l'Italia. Fra qualche mese chiederemo conto a chi l'ha votata, perché avremmo potuto cambiare la storia". Completamente diversa la lettura del ministro del Lavoro. ”C’era un accordo per cui la Lega avrebbe votato Ursula Von der Leyen in cambio di un Commissario. Hanno capito che non avrebbero avuto il Commissario europeo e si sono ritirati”, sottolinea, per poi ribattere: ”Con l'accusa che lancia al M5s la Lega sta mentendo”. Il leader pentastellato però assicura: in riferimento all'ipotesi di una nuova maggioranza con il Pd, "non faremo mai alleanze con il partito di Bibbiano", spiega, negando l'ipotesi di una nuova maggioranza se il governo dovesse cadere: "Io col Pd non voglio averci nulla a che fare".
Salvini: "Andrò in Parlamento a riferire"
Commentando la decisione del premier Giuseppe Conte di dare la disponibilità a riferire in Aula al Senato il 24 luglio sull’affaire russo, Salvini poi afferma: "Mi chiedo cosa mai debba riferire Conte sulla Russia. D’altronde lui ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Chi l’ha mai messo in dubbio? Io non mi alzo la mattina dicendo 'Matteo sei il ministro dell’Interno, accidenti!'. Detto questo ci andrò in Parlamento, a ribadire quello che ho sempre detto". Poi, il ministro dell’Interno ribadisce l’estraneità sua e del partito alla vicenda su cui indaga la procura di Milano: "Se c’è una inchiesta possono cercare quello che vogliono, ma non trovano un euro, un dollaro, nulla". “Non c’è nessun presunto finanziamento. Se da due anni stanno dietro a Trump, senza trovare nulla, figuriamoci se non se la prendono con me", aggiunge. Infine precisa: "Non ho mai detto di non conoscere" Gianluca Savoini, ”io mi fido delle persone che mi sono vicine. Se poi mi si dimostra che qualcuno ha sbagliato, con me paga doppio. La vicenda di Garavaglia, assolto dopo anni di calvario, è eloquente".
Pd: “Paralisi totale, governo è finito”
Il Pd, nel frattempo, accusa il governo di “paralisi totale”. "Penso che la novità di queste ore sia che il progetto politico del governo gialloverde, ammesso che ci sia mai stato, è fallito. Ormai siamo agli insulti continui e soprattutto alla paralisi totale che pagano gli italiani. La smettano con questa sceneggiata e traggano le conseguenze”, tuona il segretario Nicola Zingaretti. "Salvini fugge dal Parlamento. Il M5S tiene come sempre i piedi in due staffe. C'è solo un modo per essere seri: presentare oggi stesso una mozione di sfiducia a Salvini alla Camera. Così scopriremo finalmente che cosa dirà Salvini e come voteranno i grillini”, scrive invece su Twitter Maria Elena Boschi.