Sabato 28 dicembre è prevista l’approvazione finale del provvedimento. Come alla Camera, anche a Palazzo Madama si procede con la fiducia, anche alla luce degli 800 emendamenti presentati dalle opposizioni. Giorgetti: "Se io devo dire un rammarico, probabilmente quello che avrei voluto fare di più è per la famiglia e per i figli"
Il governo ha chiesto la fiducia al Senato sulla Manovra. Il testo è arrivato in Aula senza mandato al relatore, come deciso nel corso della seduta della commissione Bilancio dopo le dimissioni da relatore di Guido Liris (FdI). A Palazzo Madama presente per la discussione generale anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che ha detto: "È stato più volte richiamato dall'opposizione, quasi fosse da censurare, l'atteggiamento che il governo ha adottato di prudenza. Rivendico come un valore questa prudenza. Avendo consultato Treccani, il contrario di prudenza è avventato, temerario, sconsiderato. Come governo che prima di partire a redigere il proprio bilancio, aveva 90 miliardi di interessi passivi, non ci possiamo permettere di essere né temerari né avventati né sconsiderati". "Questo atteggiamento ha premiato", ha aggiunto il titolare del Mef ricordando la riduzione dello spread. Il via libera definitivo è atteso per domani, 28 dicembre, con le dichiarazioni di voto previste a partire dalle 11.
Giorgetti: "Unico rammarico su famiglia, volevo fare di più"
"Se io devo dire un rammarico, probabilmente quello che avrei voluto fare di più è per la famiglia e per i figli", ha detto Giorgetti intervenendo in Aula al Senato. "Il problema è che un Paese dove non nascono più bambini e che invecchia è un Paese che non ha futuro", ha aggiunto. Poi sulla scuola: "Non condivido l'affermazione secondo cui togliamo risorse e sostegno agli alunni meritevoli. In 5 anni la scuola italiana ha perso 500 mila studenti e la spesa è rimasta costante. Gli insegnanti di sostegno erano 95 mila nel 2012 e sono 234 mila nel 2024: l'assistenza, per quanto riguarda gli alunni bisognosi, non è stata fatta mancare in nessun modo".
Giorgetti: "Tutto a redditi medio-bassi. Abbiamo sbagliato? Non penso"
Si dice che "manca una visione, forse siamo miopi, io sono miope ma non presbite - ha detto ancora Giorgetti - E quello che abbiamo deciso di fare è di mettere tutte le risorse disponibili a favore di quei lavoratori dipendenti con reddito medio-basso che la sinistra dovrebbe in qualche modo sostenere, che il sindacato dovrebbe in qualche modo sostenere". "Non riesco a capire veramente. Noi abbiamo favorito coloro che guadagnano meno di 40mila euro l'anno: abbiamo sbagliato? Non penso, abbiamo fatto una cosa sacrosanta", ha aggiunto, sottolineando che la misura è stata "replicata e resa strutturale".
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Le dimissioni di Liris da relatore
"Chiedo al presidente" della commissione Bilancio "di farsi mediatore perché non ci sia più la singola lettura, perché si torni alla doppia lettura dopo il 2018. Era una volontà per la maggioranza di dire questa cosa qui". Con questa motivazione il relatore della manovra Guido Liris, capogruppo di FdI in commissione Bilancio al Senato, ha annunciato di aver dato le proprie dimissioni da relatore.
Giorgetti: "Revisione delle regole è necessaria"
Anche Giorgetti è intervenuto sulle polemiche per la mancanza di una doppia lettura. "Non so da quanti anni purtroppo è così. Siccome la legge di contabilità bisogna riformarla comunque in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Però giustamente è materia parlamentare non di governo, l'iniziativa deve essere parlamentare su queste cose. La revisione un po' dei meccanismi e anche delle regole è necessaria. Noi siamo assolutamente disponibili e abbiamo dato disponibilità", ha detto rispondendo ai cronisti in Senato che gli chiedevano se il governo terrà conto delle proteste.
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Liris: "Troppi emendamenti per discuterli, clima di ostruzione"
Guardando invece al contenuto della Manovra, per Liris sono "taglio del cuneo fiscale, passaggio strutturale a tre aliquote Irpef, soldi veri per la sanità, con 136,5 miliardi nel 2025 e oltre 140 nel 2026" le "tre e misure principali a sostegno di lavoratori, imprese e sistema sanitario nazionale che rendono questa Manovra finanziaria uno strumento di progettazione politico e fortemente identitario, tracciando finalmente una visione del futuro del Paese". Lo aveva detto negli scorsi, prima di dimettersi da relatore. Liris aveva anche ricordato che "nel caso fossero stati presentati pochi emendamenti, si sarebbe potuto anche pensare di discuterli ed affrontarli, ma visti gli sviluppi e il clima di ostruzione, per motivi di tempo non possiamo permetterci ulteriori esami, pena l'esercizio provvisorio". "Come ribadito dalla premier Giorgia Meloni, continuiamo a mantenere gli impegni presi con gli italiani - ha aggiunto il senatore - A cominciare dal taglio del cuneo fiscale, di circa 15 miliardi, che ora diventerà strutturale come chiedevano sindacati e imprese. Si tratta di una precisa scelta politica: mettiamo più soldi nelle tasche dei lavoratori, dopo aver detto basta al reddito di cittadinanza".