Fondi Lega-Russia, dai pm rogatoria a Mosca. Spunta un secondo uomo: "Ero al Metropol"

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L’avvocato Meranda sostiene di essere stato presente all'incontro al centro dell'inchiesta di Buzzfeed e scrive a Repubblica: "La trattativa sul petrolio ci fu, ma alla fine non si perfezionò". Salvini: "Non vado in Aula a parlare di supposizioni"

"Io vado in Aula a parlare di quello che succede realmente, non di supposizioni e fantasie". Mentre la Procura di Milano valuta una rogatoria in Russia per seguire eventuali flussi di denaro nell'ambito dell'indagine per corruzione internazionale che ha al centro il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia Gianluca Savoini (FOTO), Matteo Salvini taglia corto sulla presunta trattativa per fondi al Carroccio. "Parlo di vita reale" e "lascio che le indagini facciano il loro corso con la massima tranquillità", ha detto. E ancora: "Salvini è la persona più tranquilla e soddisfatta del mondo per quello che sta facendo al governo per l'Italia. Punto". In giornata il vicepremier ha affermato di non aver invitato Savoini né a Mosca nell'ottobre 2018, né a Villa Madama nell'incontro bilaterale con Putin. Poi, su Twitter, ha pubblicato una foto dalla spiaggia ironizzando: "Mamma mia che vento! Speriamo che non arrivi dalla Russia, altrimenti partono altre cinque inchieste sulla Lega". Intanto, mentre sarebbe uscito allo scoperto il secondo uomo presente lo scorso ottobre alla presunta trattativa sulla compravendita di petrolio all'Hotel Metropol, spunta anche una mail del 2018 in cui Savoini sostiene di avere fatto parte della delegazione di Salvini come membro dello staff del ministro a Mosca il 16 luglio.

La mail del 2018

La mail del 17 luglio 2018 sarebbe stata inviata da Savoini a un giornalista ed è stata ora pubblicata da BuzzFeed. "Non ho ufficio a ministero ma collaboro direttamente con Matteo Salvini a seconda delle sue richieste. Conoscendoci da sempre", si legge nel testo. In un'altra email - che sarebbe stata scritta in terza persona lo stesso giorno sempre da Savoini - si legge: "Il dottor Savoini collabora da sempre con il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, essendo iscritto al partito dal 1991". E più sotto: "Lunedì scorso (il 16 luglio, ndr) Savoini faceva parte della delegazione del ministro Salvini in veste di membro dello staff del ministro, così come ha sempre fatto parte dello staff di Salvini quando era soltanto segretario politico senza incarichi di governo". Lo staff di Salvini ha smentito categoricamente: "Savoini non era nella delegazione ufficiale del ministro dell'Interno partita dall'Italia. Idem il 17 e 18 ottobre 2018", date della successiva visita a Mosca.

Il secondo uomo nelle intercettazioni

Intanto, Repubblica ha fatto sapere di essere stata contattata da Gianluca Meranda che sostiene di essere il “Luca” delle intercettazioni al Metropol da cui è partita l’inchiesta di Buzzfeed. In una lettera al quotidiano, l’avvocato ha spiegato: “La trattativa sul petrolio ci fu, ma alla fine non si perfezionò”. Successivamente parlando con l'Ansa, Meranda ha aggiunto: "Non posso dire di non aver mai incontrato Matteo Salvini, ma non è stato per questioni professionali. Visto il ruolo di ministro che lui riveste, posso dire di averlo incontrato in occasioni pubbliche. Ci sono delle indagini in corso, è giusto chiarire la vicenda con i magistrati". Proprio Meranda dovrebbe essere sentito dalla Procura milanese nei prossimi giorni. Resta da valutare se da indagato o da persona informata sui fatti.

La registrazione dell'incontro al Metropol

Meranda, quando parla della trattativa fallita, si riferisce alla registrazione audio di un incontro avvenuto il 18 ottobre 2018, all’Hotel Metropol di Mosca, nel quale Gianluca Savoini e altri cinque uomini, tre russi e due italiani, avrebbero parlato dei termini di un possibile accordo che avrebbe dovuto incanalare segretamente circa 65 milioni di dollari del petrolio russo alla Lega, per finanziare la campagna elettorale per le Europee 2019.

Meranda: "Avevo già incontrato Savoini in Italia"

Meranda ha anche raccontato che "con Gianluca Savoini ci sono già stati incontri precedenti in Italia. Durante il nostro incontro a Mosca - dove si è trattato di una normale operazione professionale - non era presente Matteo Salvini ed escluderei che lui sapesse qualcosa di questo incontro".

Salvini: "Non ho invitato io Savoini a Mosca"

In particolare, sono due gli episodi che fanno discutere sulla presenza di Savoini ad alcuni incontri tra Russia e Italia: quello di Mosca, nell’ottobre 2018, e quello a Villa Madama nell’incontro bilaterale con Putin. Salvini ha affermato che in quelle due occasioni "Savoini non era invitato dal ministero dell'Interno". E ha incalzato: "Che ne so cosa ci facesse al tavolo (a Villa Madama, ndr)? Chiedetelo a lui". Savoini, secondo le notizie diffuse dalla stampa, in queste occasioni avrebbe agito da intermediario per far arrivare fondi russi nelle casse del Carroccio. Salvini, sulla questione, ha anche spiegato che "è tutto ridicolo" e ha aperto alla richiesta del Pd (sostenuta in parte dal M5S) di costituire commissioni d'inchiesta sui finanziamenti ai partiti: "Non c'è nessun problema. Ne facciano anche sette otto". 

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