Caso Siri, Di Maio a Sky Tg24: "In Cdm siamo in maggioranza e voteremo le dimissioni"

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Intervistato da Maria Latella, il ministro dice la sua sul caso del sottosegretario della Lega indagato per corruzione. "Se non si dimette lui, si andrà al voto in Cdm". In serata aggiunge: “M5s lì voterà per decadenza”. Sul governo: "Farlo cadere sarebbe azzardato"

Su Armando Siri, il sottosegretario della Lega indagato per corruzione (TUTTE LE TAPPE DEL CASO), "il premier Conte ha fatto una scelta di buon senso", annunciando che al prossimo Consiglio dei ministri proporrà la revoca delle deleghe. Lo ha detto il vicepremier Di Maio intervistato da Maria Latella a Sky Tg24. "Non stiamo parlando di schierarsi", continua il leader del M5s, "la corruzione non ha un colore politico". Sul caso Siri Di Maio conclude: "Se non si dimette lui si andrà in Consiglio dei Ministri e si voterà il decreto proposto dal Presedente. Conti alla mano il M5S ha la maggioranza assoluta in Cdm, quindi i numeri sono dalla nostra parte. Spero che non si arrivi ad un voto”. In serata il vicepremier è tornato sul tema e ha aggiunto che "il M5S voterà in consiglio dei ministri per la decadenza di Siri. Questa questione si poteva chiudere in due minuti. Ora mi meraviglio che la Lega su questa vicenda abbia fatto tutto questo casino".

La tenuta del governo

Nell'intervista a Sky Tg24 Di Maio ha risposto anche alla domanda se ci sono rischi per la tenuta del governo: "Spero di sentire presto Matteo Salvini", ma comunque "far cadere il governo sarebbe azzardato. "Non credo che la Lega faccia cadere il governo per un caso di corruzione. Conosco un po’ la Lega e un po’ Salvini, sono persone intelligenti che hanno a cuore questa esperienza di governo". In giornata, parlando a Pomigliano d'Arco, Di Maio ha ribadito il concetto: "Non credo che passeremo neanche un minuto a parlare di poltrone, abbiamo voglia di fare cose concrete. Abbiamo dimostrato in questi mesi che quando lavoriamo insieme raggiungiamo buoni risultati, dopo le europee continueremo a lavorare più di prima".

"Giusto mettere Siri in panchina"

Nell'intervista a Sky TG24 Di Maio ha parlato a lungo del caso Siri: "C’era un’indagine su un sottosegretario che avrebbe presentato delle proposte di legge per aiutare un singolo e non un’intera categoria e un interesse collettivo", afferma. "Giustamente il presidente Conte ha valutato bene di metterlo in panchina finché questa inchiesta non sarà chiara e non si saranno delineati i fatti in maniera corretta”, conclude il leader M5s.

Di Maio: "I 15 giorni di Siri ? Mossa da Prima Repubblica"

Secondo Di Maio non si tratta quindi di una "vittoria del M5S". Quindi "caso chiuso, mettiamoci al lavoro" sul programma di governo, afferma il vicepremier. Di Maio bolla poi le dichiarazioni di Siri, che ha detto di essere disposto a dimettersi se entro 15 giorni i pm non lo sentiranno e non si arriverà a un'archiviazione in breve tempo, come una "mossa da 'Prima Repubblica'". "Questo caso si poteva risolvere tanti giorni fa – ha continuato Di Maio – con un passo indietro del diretto interessato, invece si è voluti arrivare a questo punto e si è rallentato il cronoprogramma di governo che prevede anche l’autonomia”.

"Il muro di Orban è anche contro l’Italia"

Alla domanda sulla visita di Matteo Salvini in Ungheria, Di Maio ha sottolineato che il muro di filo spinato della foto del leader della Lega e del premier ungherese Viktor Orban “è un muro anche contro l’Italia. Quei Paesi sono quelli che dicono all’Italia di tenersi tutti i migranti", ha affermato. "Chiedo sempre alla Lega che senso ha andare ad allearsi con Orban o con altri Paesi di quel blocco dell’Est Europa, che ci chiedono di tenerci tutti i migranti in Italia e poi fanno i sovranisti con le frontiere dell’Italia oppure ci dicono che dobbiamo fare più austerity". 

Dialogo con Pd, "fatico a parlare con chi vuole rimettere vitalizi"

Rispondendo a una domanda sulla possibilità di dialogo con il Pd, il leader del M5s risponde. “Il Partito Democratico è un partito in continua lite. Non si riesce neanche a parlare con questo partito perché non sai con chi parlare", afferma. "Con Zingaretti doveva rinnovarsi e rinascere, ma hanno fatto tre cose: la prima proposta è quella di aumentare gli stipendi dei parlamentari, la seconda la patrimoniale e la terza è una proposta abbastanza ridicola di togliere i simboli religiosi da un cimitero", attacca Di Maio. "Con un partito con queste priorità, come rimettere i vitalizi e i rimborsi elettorali, io ho serie difficoltà a parlare”, conclude.

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