L'ex primo cittadino, in un'intervista a Repubblica, parla dopo che la Cassazione lo ha assolto dalle accuse sulla vicenda degli scontrini. E avverte: "Se alle europee trionferà il populismo del M5s e il sovranismo della destra, sapremo di chi sono le responsabilità"
"Non ho nulla da perdonare o critiche da accettare da chi ha portato alla rovina il Pd consegnando Roma e il Paese al populismo". L’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, attacca i dem dopo la sua assoluzione sul caso degli scontrini. "La chiusura dei circoli del Pd nella capitale è stato il segnale di uno scollamento totale tra i vertici del partito e il territorio. Un isolamento che ho vissuto sulla mia pelle", spiega in un’intervista a Repubblica. E incalza: "Io e la mia giunta siamo stati lasciati soli in balia di quel sistema di potere che da decenni governava Roma, dallo smaltimento dei rifiuti alle lobby delle bancarelle".
Marino: "Nessuna intenzione di tornare a fare politica in Italia"
Ma l’ex primo cittadino guarda anche al futuro del Pd, con le elezioni europee alle porte: "Se a maggio in Europa trionferà il populismo dei cinque stelle e il sovranismo della destra, sapremo di chi sono le responsabilità ma credo che la maggior parte degli elettori Europei vorranno mantenere solida l'Unione Europea", spiega. Mentre sul suo di futuro, Marino garantisce di non avere "alcuna intenzione di tornare a fare politica in Italia". L’ex sindaco ora è tornato negli Stati Uniti, dove insegna chirurgia ed è senior vice president della Thomas Jefferson University di Philadelphia: "Voglio dedicarmi ai tanti progetti che sto seguendo qui”, racconta, “dove è possibile lavorare con lealtà e dove i risultati si ottengono con la fatica e il merito".
Le reazioni nel Pd dopo l'assoluzione
Le parole di Marino arrivano dopo che, nei giorni scorsi, la Cassazione lo ha assolto - perché "il fatto non sussiste" - annullando senza rinvio la condanna a due anni di reclusione per la vicenda degli scontrini delle cene di rappresentanza, che risaliva proprio al periodo in cui era il sindaco di Roma. L'ex primo cittadino, assolto in primo grado e condannato in appello, era accusato di peculato e falso. Questa decisione ha però scatenato le polemiche all’interno del Pd. Un giorno dopo l’assoluzione, Matteo Orfini, che durante l’era Marino era commissario del Pd a Roma, ha ribadito: “Non mi scuso con Marino, non era adeguato”. Mentre Matteo Renzi ha commentato: "Non si può dire che l'esperienza di Marino sia stata chiusa dalla vicenda scontrini, perché su quello gli attacchi venivano dai M5s, da uno che portava le arance e ora è agli arresti". "Su Marino - ha però aggiunto l’ex premier - il Pd di Roma e i consiglieri scelsero le dimissioni per il suo lavoro amministrativo, la motivazione non erano gli scontrini".