Sea Watch, Di Maio: "Sequestriamo la nave e mandiamo profughi in Olanda"

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“Non registreremo chi sbarca in Italia, se lo fa il governo olandese”, ha detto il vicepremier, pronto a votare sì alla richiesta di procedere contro Salvini. Sulla nave, da 3 giorni ormeggiata in rada davanti a Siracusa con 47 migranti, blitz di tre politici

Non ha ancora un porto in cui sbarcare la Sea Watch 3, la nave della ong da tre giorni ormeggiata in rada, davanti a Siracusa, con 47 migranti. Mentre a bordo è salita per qualche ora una delegazione di politici per verificare la situazione delle persone (FOTO), oggi sulla questione è intervenuto il vicepremier Luigi Di Maio. Allo slogan “porti chiusi” della Lega, il M5S ha affiancato un altro concetto: far sbarcare i migranti e mandarli nel Paese al quale fa riferimento la nave della Ong, in questo caso l'Olanda. Una linea, espressa anche da Alessandro Di Battista, sposata da Di Maio. “Il governo italiano è impegnato in queste ore a produrre con le autorità tutte le informazioni con la magistratura affinché si possa sequestrare l'imbarcazione. Siamo anche impegnati a far arrivare in Olanda queste persone. Io non sono per registrare coloro che sbarcano in Italia, se li registra il governo olandese. Se poi la nave non è olandese, il governo ce lo deve dire ma su questo sta avendo un atteggiamento ambiguo”, ha detto il ministro, intervistato su La7. Sull’eventuale processo al vicepremier Matteo Salvini, Di Maio ha spiegato: "Lui ha detto io mi voglio far processare" quindi M5S non
gli "farà un dispetto" e voterà sì alla richiesta di autorizzazione a procedere. E al processo "sarò il primo a dire che fu una decisione del governo. Si sta provando a scardinare il M5S dalla Lega e far cadere il governo, è il gioco che si fa ogni giorno", ha sottolineato.

Il blitz dei politici sulla nave

Sulla nave, intanto, la situazione è critica. Il blitz dei politici è durato oltre sei ore. A bordo sono saliti il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e i deputati Riccardo Magi di +Europa e Stefania Prestigiacomo di Forza Italia: è stata lei, in possesso di patente nautica, a mettersi alla guida di un gommone e a portare tutti (anche il sindaco di Siracusa Francesco Italia, un legale e un medico) fino alla nave. L’obiettivo dei politici era raccogliere le testimonianze dei migranti e documentare la loro situazione. Alcuni migranti hanno mostrato segni di abusi e torture subite probabilmente in Libia. "La loro situazione è penosa – ha detto lo psichiatra Gaetano Sgarlata –. Ho avuto colloqui con 10 persone, tra cui tre minori. C'è una persona che ha perso un occhio, gente con tagli e dita delle mani deformate per i colpi ricevuti". Un quadro emerso anche dalle parole dei parlamentari.

L’ira di Salvini

Non si è fatta attendere la reazione di Matteo Salvini. "Non rispettano le leggi e favoriscono l'immigrazione clandestina", ha detto il vicepremier riferendosi ai politici. “È illegale impedire un'ispezione", hanno risposto loro, affermando che questo genere di attività è "prerogativa costituzionale dei parlamentari". Salvini ha detto anche di avere "elementi concreti" per sostenere che equipaggio e comandante stanno "mettendo a rischio la vita delle persone a bordo" avendo "disubbidito a precise indicazioni che invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia!): se così fosse, saremmo di fronte a un crimine e a una precisa volontà di usare questi immigrati per una battaglia politica", e le "prove verranno messe a disposizione dell'autorità giudiziaria".

Si mobilitano le opposizioni

La vicenda, per niente chiusa, sta mobilitando l'opposizione. "Se fosse mia responsabilità, li farei senza dubbio sbarcare", ha dichiarato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ha fatto notare che "47 nuovi immigrati che si aggiungono ai più di 600mila già sul territorio non cambiano nulla". Si è fatto sentire anche il Pd: il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, oltre a chiedere una commissione di inchiesta, ha annunciato che i deputati dem "parteciperanno alla staffetta democratica per garantire una costante presenza sulla Sea Watch. Saremo a bordo finché ai migranti non sarà permesso lo sbarco". Anche la Chiesa è tornata in campo: "Vorremmo accogliere questi migranti, la Cei e l'associazione Giovanni XXIII lo hanno detto esplicitamente. Ma non c'è la possibilità di farlo", ha sottolineato il cardinal Gianfranco Ravasi.

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