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Pd, Minniti incassa l'appoggio di Renzi ma l'ipotesi ritiro rimane sul tavolo

Politica
Foto Ansa

L'ex ministro dell'Interno, secondo fonti parlamentari, dopo un incontro con Guerini e Lotti sarebbe comunque intenzionato a farsi da parte. Per alcuni sarebbe una "pretattica" per stanare l'ex segretario, che ha precisato: "Non mi occupo di congresso"

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Dopo le voci circolate in giornata sull’ipotesi che Marco Minniti avrebbe messo in stand by la decisione di candidarsi alla segreteria del Partito democratico a causa del ruolo marginale dell'area di Matteo Renzi, l’ex ministro dell’Interno ha avuto oggi un lungo incontro con Luca Lotti e Lorenzo Guerini durante il quale è stato ribadito il sostegno dell’ala dell’ex premier. A dirlo è l’AGI, che cita fonti parlamentari, secondo cui però Minniti sarebbe orientato a tirarsi comunque fuori dalla competizione congressuale (CHI SONO I CANDIDATI IN CORSA). "A questo punto la decisione spetta a lui", riferisce chi ha partecipato ai numerosi meeting delle ultime ore. Una scelta, viene riferito, che dovrebbe essere resa pubblica domani in un’intervista a un quotidiano. Lo stallo però riporta la tensione nel Pd, che ha fissato al 3 marzo le primarie aperte e che vedrebbe nei sondaggi Minniti, candidatosi lo scorso 18 novembre, a pochi punti da Nicola Zingaretti, dato per favorito.

Renzi: “Non mi occupo del Congresso”

La risposta di Renzi alle voci su un possibile di ritiro di Minniti è stata secca - "Come sapete non mi occupo del congresso del Pd"-  e seguita da un comunicato stampa altrettanto distaccato: “Matteo Renzi ha comunicato ufficialmente oltre un mese fa che sarebbe stato fuori dal dibattito interno del Partito Democratico. E in queste settimane si è attenuto rigorosamente a questo principio. Ogni fantasiosa ricostruzione sul ruolo di Renzi nel congresso PD è dunque destituito di ogni fondamento".

I dubbi di Minniti sull’area renziana

Sarebbe proprio questa distanza dell'ex premier dalla campagna congressuale ad aver fatto sorgere i primi dubbi in Minniti. Che seppur presentatosi come candidato autonomo, aveva subordinato la sua presenza al congresso a una precisa condizione: "Non ci si candida, ma si viene candidati", la formula utilizzata. E, puntuale, era arrivato il documento firmato da molti sindaci, la maggior parte dei quali vicini all'ex segretario del Pd. A fronte del documento, però, Minniti avrebbe registrato la scarsa partecipazione delle prime linee renziane alle sue iniziative. A far traboccare il vaso, però, sarebbe stata la grande attenzione data da Renzi ai comitati civici lanciati nel corso dell'ultima Leopolda e, ancor di più, alle voci sempre più insistenti della volontà dell'ex premier di dare vita a un nuovo soggetto politico. Secondo quanto si apprende, la richiesta sul tavolo delle trattative sarebbe perlomeno che il progetto di Renzi non si strutturi politicamente prima del congresso e delle Europee. Una exit strategy che trova concordi i renziani, ma Minniti vuole garanzie direttamente dall’ex segretario e chiede - sottolinea un renziano - un suo diretto coinvolgimento nella campagna per le primarie.

Gli avversari: ipotesi "pretattica" per "stanare Renzi"

"Non vedo dubbi sulla candidatura, che è convincente", dice Ettore Rosato, vicepresidente della Camera ed esponente renziano di rilievo. Ma qualcuno parla di "pretattica", per stanare Renzi e farlo impegnare. Zingaretti, dal canto suo, commenta: "Per il Pd sono preoccupato e allarmato. Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd e stia giocando a un gioco macabro, e non dobbiamo permetterlo. Il Pd va cambiato, non picconato con le furbizie". Dall'area di Francesco Boccia, invece, si esprimono dubbi sulla reale volontà di Minniti di ritirarsi. "Continuiamo sulla nostra strada uniti e aperti, domani presentiamo le nostre idee sul partito", dicono fonti vicine a Maurizio Martina. Esplicito Dario Corallo: "O Renzi continua a non volersi esporre o hanno problemi nel comporre le liste. È evidente che il congresso è ormai un bluff al quale credono solo i suoi dirigenti".

Possibile rimescolamento, spuntano i nomi di Bellanova, Rosato e Guerini

La confusione interna al Pd, oggi, è stata alimentata anche da un falso lancio di agenzia che recita: "Minniti annuncia il ritiro", e che si è diffuso nelle chat dei deputati, dei senatori e degli eletti negli enti locali, con l’aggiunta di una presunta conferenza stampa nel tardo pomeriggio per comunicare la decisione. Nulla di tutto questo, si affrettano a spiegare in Transatlantico. Tuttavia, se Minniti si ritirasse si avvierebbe un rimescolamento delle carte del congresso in corso, con i renziani che si troverebbero di fronte alla necessità di scegliere uno dei candidati già in campo o esprimere un proprio candidato d'area. In merito a questa seconda ipotesi, circolano già i nomi di Teresa Bellanova ed Ettore Rosato, mentre sarebbe più staccato Lorenzo Guerini, uomo su cui Renzi punta da tempo per mediare con le altre correnti ma, soprattutto, impegnato con le attività del Comitato per l'ordine e la sicurezza della Repubblica, di cui è presidente.