Il ministro delle Infrastrutture definisce la tempistica "una sfida e non una promessa". Il sindaco di Genova e commissario straordinario Bucci a Sky tg24: "Demolizione dal 15 dicembre e ricostruzione ad aprile”. Dal gip via libera a rimozione resti del pilone crollato
"Entro dicembre 2019 costruiremo il ponte Morandi. È una sfida non una promessa”. Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli sulla roadmap per la ricostruzione del viadotto crollato il 14 agosto a Genova. E poi conferma: "Autostrade non costruirà né demolirà il Ponte Morandi dovrà solo sbancare i materiali". Sulle tempistiche Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, intervenuto a Sky tg24, ha espresso fiducia: “Siamo confidenti di riuscire a partire con la demolizione il 15 dicembre. Se facciamo così abbiamo veramente la possibilità di poter cominciare a costruirlo nel mese di aprile”. Intanto, il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini ha dato il via libera alla rimozione dei resti e detriti della pila 9 del ponte, quella crollata il 14 agosto. Si tratta di rimuovere il cavalletto della struttura e una parte di impalcato che poggiava sopra il moncone. L'autorizzazione del magistrato consentirà di iniziare le operazioni per il ripristino della viabilità in via Perlasca.
Bucci: “Demolizione dal 15 dicembre e ricostruzione ad aprile”
“Già ieri abbiamo emanato cinque decreti che possono essere letti sul sito web e abbiamo mandato parecchie lettere alle aziende che si sono interessate fino ad adesso”, ha spiegato a Sky tg24 il sindaco Bucci. Il Commissario per ricostruire il ponte di Genova ha avuto il via libera dal Senato dopo l’approvazione definitiva del decreto Genova e ha ora i poteri per avviare la demolizione dei monconi e costruire la nuova struttura. Bucci ha scelto la sua squadra per la ricostruzione, con due sub-commissari (Ugo Ballerini e Paolo Floreani) e un totale di 20 figure tra tecnici e ruoli amministrativi e finanziari. Su chi sarà a ricostruire il ponte, Bucci ha spiegato che “contiamo di ricevere le risposte entro il 26 novembre, per poi poterle esaminare” e partire così con la demolizione. “Le aziende – ha continuato Bucci – hanno tutta la libertà di presentare il progetto del ponte che preferiscono. Sono certo che ci sarà qualcuno che sceglierà il progetto di Renzo Piano. In queste settimane si è parlato anche di un tunnel, di una strada piana e si è parlato anche di non fare più il ponte. Io personalmente penso che del ponte ci sia una grande necessità”.
Come sarà il nuovo ponte: con tre corsie ed ecocompatibile
Intanto dalle specifiche tecniche del decreto del commissario per la ricostruzione del Morandi, relative alla consultazione per la procedura che porterà all'appalto, emergono alcuni dettagli su come dovrà essere il nuovo ponte: avrà tre corsie, di cui una dinamica (emergenza). Il ponte crollato non aveva corsie d'emergenza. Si parla anche di "materiali e tecniche tali da accelerare al massimo la realizzazione dell'opera, che dovranno avere un ciclo di vita adeguato, riciclabili con minore impatto economico ed essere compatibili ambientale". Nel testo si fa riferimento anche alla realizzazione della Gronda, il raddoppio autostradale nel tratto cittadino. Si legge che "dovranno essere tenuti in conto nella progettazione ma non fanno parte del contratto i futuri raccordi con la gronda autostradale, il cui progetto è approvato".
Nuovo ponte: verifiche di robustezza, monitoraggio ambientale e viabilità garantita durante lavori
Nella ricostruzione del ponte, si legge sempre nelle specifiche, dovrà anche essere predisposto un adeguato piano di manutenzione con interventi specifici per ogni componente. Nella progettazione dovrà essere effettuata la verifica di robustezza simulando le criticità che possono insorgere per la perdita di componenti essenziali alla statica, come impalcati, stralli o piloni, dovrà inoltre essere sviluppato uno studio specifico che dimostri le zone di rischio sottostanti e prevedere il potenziale collasso dell'opera. Sul fronte della demolizione, interesserà 850 metri. Nel corso dei lavori dovrà essere assicurata la viabilità nord-sud su almeno due strade cittadine e le opere non dovranno mettere a rischio i servizi. Dovrà essere garantito un monitoraggio dell'ambiente e di tutte le fonti di inquinamento. Il decreto presenta un dubbio d'interpretazione perché il disegno a cui si fa riferimento per spiegare come dovrà avvenire la demolizione e la ricostruzione vengono invertiti i punti est ed ovest del viadotto e il decreto parla di ricostruzione a partire dal lato est contrariamente a quanto detto più volte dal sindaco che ha sempre sostenuti che demolizione e costruzione partiranno dal moncone ovest.