Anche questa volta via libera da parte del consiglio di amministrazione di viale Mazzini: quattro sì, un voto contrario e un astenuto. Adesso la parola definitiva torna alla commissione Vigilanza, il cui parere favorevole è vincolante. Salvini: "Azienda torni a correre"
Il Cda della Rai ha dato l'ok a maggioranza alla nomina di Marcello Foa a presidente della tv pubblica, con quattro sì, un voto contrario e un astenuto. A favore hanno votato i consiglieri Beatrice Coletti, Igor De Biasio, Gianpaolo Rossi e Fabrizio Salini, che è anche amministratore delegato del Gruppo Rai. Contraria Rita Borioni, astenuto Riccardo Laganà. Foa non ha partecipato alla votazione, per ovvie ragioni di opportunità. "Potrà fare tanto per il servizio pubblico, l'azienda torni a correre", ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Critiche da parte di Fnsi e Usigrai: "Una Rai con vertici scelti dal governo, in alleanza con il partito del conflitto di interessi".
Parola definitiva spetta a commissione Vigilanza
In pratica si è ripetuto quanto avvenuto in occasione della prima tornata di votazione, un paio di mesi fa. Adesso la parola definitiva torna alla commissione di Vigilanza, il cui parere favorevole con i due terzi dei componenti (quindi almeno 27 commissari) è vincolante. Nella prima occasione non si arrivò a 27, mancarono i voti di Forza Italia. Voti che questa volta dovrebbero invece esserci, visto l'accordo trovato nel centrodestra con il vertice dapprima ad Arcore tra Berlusconi e Salvini e ieri poi tra FI, Lega e Fratelli d'Italia. La Vigilanza dovrebbe riunirsi martedì e audire Foa prima di procedere alla votazione.
Salvini: "Bene scelta Cda, l’azienda torni a correre"
"Io non temo niente, penso che sia una persona che insieme ad altre potrà fare tanto per il servizio pubblico", ha detto Matteo Salvini a chi gli chiedeva se temesse un nuovo no della commissione di Vigilanza sulla nomina di Foa. "Sono contento" della scelta del Cda, ha detto, "e non vedo l'ora che tutti lavorino al 100%. Presentiamo persone di spessore, non amici degli amici. La Rai deve tornare a correre". Dura la posizione della Federazione nazionale della stampa e Usigrai: "E così il cda della Rai ha eseguito ancora una volta gli ordini arrivati da fuori. Prima ha accettato l'illegittimo diktat governativo, poi ha piegato gli interessi aziendali lasciando l'azienda in stallo per oltre un mese e mezzo, e infine - come nel gioco dell'oca - è tornato al punto di partenza nominando la persona prescelta dal governo e ora santificata sull'altare del conflitto di interessi". "Dunque, ancora una volta, dopo le promesse di una Rai libera e autonoma dai partiti - affermano le due organizzazioni sindacali in una nota congiunta - ci troviamo di fronte a una Rai con vertici scelti dal governo, in alleanza con il partito del conflitto di interessi".