I dati di OpenPolis ricostruiscono l’iter del decreto legge che contiene anche la norma, contestata dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che avrebbe favorito la concessionaria. L’articolo venne votato anche dalla Lega e da Salvini
C’è un emendamento contestato, il cosiddetto “Salva Benetton”, alla base delle polemiche politiche successive al crollo del ponte Morandi a Genova. (IL CROLLO DEL PONTE - FUNERALI - FOTO - VIDEO). Dopo che il governo Lega-M5s ha deciso di intraprendere l’iter per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, gli esponenti dell’esecutivo hanno attaccato il Pd accusandolo di aver favorito la famiglia Benetton, azionista principale di Autostrade (COME FUNZIONA IL SISTEMA DELLE CONCESSIONI). Il riferimento è ad un decreto legge, votato nella primavera del 2008, poco dopo l’insediamento del governo Berlusconi. Nel voto in Parlamento venne inserito un emendamento (all'articolo 8-duodecies), che in questi giorni è diventato noto come “Salva Benetton”. Di cosa si tratta? Chi lo ha votato?
Che cosa prevede la legge?
La ricostruzione fatta dall'agenza di stampa Agi spiega che "il governo Prodi aveva allungato la concessione ad Autostrade per l'Italia, ma obbligando i concessionari a rigorose verifiche periodiche. Con il voto della Lega e di Salvini, quell'obbligo di verifiche sparisce: rimane solo l'allungamento della concessione”. L’articolo 8-duodecies “prevedeva l'approvazione per legge di tutte le nuove convenzioni con i concessionari autostradali già sottoscritte da Anas (proprietaria) con le società concessionarie (come Autostrade per l'Italia), ma che ancora non avevano ricevuto il parere favorevole di Nars, Cipe e 8 commissioni parlamentari”. Compresa quella con Autostrade per l'Italia di cui si parla in questi giorni.
L’iter politico del "Salva Benetton"
La ricostruzione dell’Agi, basata sui dati di OpenPolis, ha permesso di ricostruire l'iter delle norme che hanno portato al contratto fra Stato e società Autostrade, incluso il contestato emendamento “Salva-Benetton”. Ecco le tappe principali: l’8 aprile 2008, a pochi giorni dalle elezioni del 13 e 14 aprile che vedranno la vittoria di Berlusconi sul Pd, con ancora Prodi al governo venne approvato il decreto legge n. 59. Si tratta di un decreto che riguarda gli obblighi europei e l'esecuzione di alcune sentenze della Corte giustizia della Comunità Europea. L’8 maggio 2008 si insediava come premier Berlusconi, alleato con la Lega. Il 29 maggio 2008 arrivò in Parlamento, a Montecitorio, il decreto legge per il voto di conversione, ma al testo venne aggiunto il contestato emendamento. Il decreto diventò legge grazie ai 50 voti compatti della Lega (tra cui quello di Salvini) mentre i deputati del Pd (195 più un astenuto) votarono tutti contro. Il decreto è stato quindi convertito in legge n. 101 del 6 giugno 2008, pubblicata in gazzetta ufficiale il 7 giugno 2008.