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Minacce sui social a Mattarella: tre indagati dalla Procura di Palermo

Politica
Frasi ingiuriose verso il capo dello Stato sono comparse in seguito alla bocciatura di Savona come ministro dell'Economia (Foto: Ansa)

Sono due uomini e una donna: rischiano fino a 15 anni per attentato alla libertà e offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato. Uno di loro ha scritto: "Hanno ucciso il fratello sbagliato"

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Tre persone risultano indagate dalla Procura di Palermo per le minacce e gli insulti comparsi sui social network in questi giorni nei confronti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

I tre indagati rischiano fino a 15 anni

La notizia arriva all'indomani dell'inchiesta a carico di ignoti aperta dalla Procura di Palermo in seguito a una segnalazione arrivata sul tavolo del procuratore. Nella giornata di mercoledì 30 maggio, però, due uomini e una donna sono stati identificati dalla Digos e iscritti nel registro degli indagati con le accuse di attentato alla libertà del presidente della Repubblica e offesa al suo onore e al suo prestigio. Si tratta di reati puniti con fino a 15 anni di reclusione. I tre sono stati individuati in seguito a indagini avviate nei giorni scorsi dalla polizia postale dopo che su Facebook, Twitter e altre piattaforme erano apparse frasi ingiuriose da parte di utenti contrari alle scelte del capo dello Stato. Causa scatenante il "no"al ministro dell'Economia designato da Lega e Cinque Stelle, Paolo Savona, e la conseguente fumata nera per il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte.

I contenuti dei post ingiuriosi

L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara. Gli inquirenti hanno accertato che i post ingiuriosi non erano dei falsi, bensì opera diretta dei tre indagati. Due di loro già da martedì avevano chiuso i loro account. Il primo aveva scritto: "Hanno ucciso il fratello sbagliato", riferendosi all'omicidio di Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia nel 1980. Il post era stato sommerso da commenti di critica. Il secondo aveva postato una frase analoga mentre la terza - una donna - aveva affidato alla rete questo pensiero: "Ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?". Decine di frasi minacciose apparse su altri profili sono ancora al vaglio dei magistrati.