Offese e minacce social a Mattarella, Procura Palermo apre inchiesta
CronacaPer il momento il fascicolo, aperto nel capoluogo siciliano per offese e vilipendio ai danni del presidente della Repubblica, è contro ignoti. Sul web si sono moltiplicati i post diffamatori e intimidatori per il capo dello Stato: si vagliano eventuali profili penali
La procura di Palermo ha aperto un fascicolo per il reato di attentato alla libertà del presidente della Repubblica, offesa all'onore a e al prestigio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'inchiesta al momento è a carico di ignoti. La decisione è arrivata dopo la pubblicazione su diversi social network di decine di post diffamatori e intimidatori con numerose minacce, offese e giudizi pesanti nei confronti del capo dello Stato. L'ufficio palermitano diretto da Francesco Lo Voi si occuperà dei casi avvenuti in città. (SU TWITTER HASHTAG PRO E CONTRO MATTARELLA)
Si indaga sui post intimidatori
L'inchiesta è stata delegata alla Digos che sta cercando di accertare se i nomi degli autori dei post Fb e Twitter incriminati corrispondano a persone vere o siano dei fake. In esame al momento ci sono gli scritti di un utente che ha scritto "hanno ucciso il fratello sbagliato", riferendosi all'omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, assassinato dalla mafia nel 1980. Un secondo post analogo di un altro utente è al vaglio degli inquirenti, mentre un terzo recita: "ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?". Nessuna delle tre persone che avrebbero scritto questi messaggi risulta al momento indagata. Per il reato ipotizzato dai pm le pene possono arrivare a 15 anni di reclusione. Non si esclude anche l'ipotesi di istigazione a delinquere.
Le offese a Mattarella
In seguito al veto di Mattarella al nome di Paolo Savona come ministro all’Economia dell’ipotetico esecutivo Lega-M5s, il presidente della Repubblica ha ricevuto insulti di ogni genere, tra cui molti riferimenti alla morte del fratello, Piersanti, l'ex presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980. Alcuni utenti sui social hanno augurato al capo dello Stato di "fare la fine del fratello". Già dalla giornata di lunedì 28 maggio la polizia postale ha avviato un monitoraggio su siti web e sui social network con l'obiettivo di segnalare all’autorità giudiziaria tutti i comportamenti e le dichiarazioni contro Mattarella in cui si configurino reati perseguibili d'ufficio. (LO SPECIALE)
Aperta indagine anche a Roma
Nelle stesse ore è emerso che anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine simile, al momento "contro ignoti" sempre per il reato di offesa al Presidente della Repubblica, in relazione ad un post su Facebook pubblicato una settimana fa e riconducibile a Vittorio Di Battista, padre dell'esponente degli M5S, Alessandro. Nel post si paragona il Quirinale alla Bastiglia. Secondo il Corriere della Sera l’uomo sarebbe già stato iscritto nel registro degli indagati.