Savona: “Subìto grave torto dalla massima istituzione del Paese”

Politica
Paolo Savona e, a destra, il capo dello Stato, Sergio Mattarella

Il professore, scelto da Lega e M5s per l’Economia, in una nota ha risposto a Mattarella, che su di lui ha posto il suo veto. “Non avrei messo in discussione l'euro. Veti inaccettabili a Conte. Vero europeista è chi chiede riforme Ue". Il racconto della giornata

"Ho subìto un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall'euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti". In  una nota, firmata da Paolo Savona (CHI E') e pubblicata su Scenarieconomici.it, il professore risponde così al Capo dello Stato Mattarella, che su di lui ha posto il veto per il ministero dell’Economia nel fallito tentativo di Lega e Movimento 5 stelle di dar vita ad un governo guidato da Giuseppe Conte.

“Non avrei mai messo in discussione l'euro”

"Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero - scrive Savona - una particolare consolazione mi è venuta da Fitoussi sul Mattino di Napoli e da Münchau sul Financial Times". Fitoussi - spiega - "afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l'euro, ma avrei chiesto all'Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall'interno di tutti i Paesi membri. Aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell'azione, perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espresso pubblicamente. Nell'epoca dei like o don't like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda". "Più incisivo e vicino al mio pensiero - prosegue - è il commento di Münchau. Analizza come deve essere l'euro per non subire la dominanza mondiale del dollaro e della geopolitica degli Stati Uniti, affermando che la moneta europea è stata mal costruita per colpa della miopia dei tedeschi. La Germania impedisce che l'euro divenga come il dollaro "una parte essenziale della politica estera". Purtroppo, egli aggiunge, il dollaro ha perso questa caratteristica, l'euro non è in condizione di rimpiazzarlo o, quanto meno, svolgere un ruolo parallelo, e di conseguenza siamo nel caos delle relazioni economiche internazionali; queste volgono verso il protezionismo nazionalistico, non certo foriero di stabilità politica, sociale ed economica".

"Veti inaccettabili perché infondati"

Nel testo, Savona, a proposito di Europa, dice: "Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell'Ue o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi". Il tutto, aggiunge il professore, mentre l'Italia registra fenomeni di povertà, minore reddito e maggiori disuguaglianze. Se non avesse avuto "veti inaccettabili, perché infondati, il Governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall'interno di tutti indistintamente i paesi membri europei verso le decisioni che aiutino l'Italia a uscire dalla china verso cui è stata spinta". Savona, infine, ricorda che il 28 e il 29 giugno è previsto un importante incontro tra Capi di Stato a Bruxelles. “Chi rappresenterà  le istanze del popolo italiano?”, si chiede.

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