Mentre prosguono le trattative tra le delegazioni Lega e M5S, Bruxelles avverte: “Italia non cambi politica migratoria e continui a ridurre deficit”. Il leader pentastellato: "Sta procedendo bene". Il leghista: "O intesa o voto". Pd: "Non possono più perdere tempo"
Di Maio: forse mercoledì si chiude. GLI AGGIORNAMENTI DEL 16 MAGGIO
Dopo aver chiesto altro tempo al Quirinale, le delegazioni di Lega e M5s sono tornate a vedersi, alla Camera, per riprendere la trattativa sul contratto di governo. Trattative che sembrano in salita, anche se in serata Salvini ha assicurato che "siamo al tratto finale" e Di Maio ha detto: "Forse domani chiudiamo il contratto". Mancherebbe, però, l’accordo sul nome del premier (IL TOTO-NOMI) e rimangono divergenze su alcuni temi del programma. Ma "a me risulta che al tavolo sta tutto procedendo bene", ha detto Luigi Di Maio fuori da Montecitorio. E Matteo Salvini, intercettato poco distante: "Io sono ottimista, però i giorni passano e sono anche realista". L'ipotesi di una rottura, ha aggiunto il leghista, "sarà una scelta presa da entrambi, ci sono alcuni temi su cui siamo lontani ed è chiaro che non possiamo andare a Bruxelles con un governo che rappresenti due idee lontane". "Ma sono le prossime ore - ha ribadito - quelle in cui decideremo". L'alternativa, ha spiegato, è il voto. Le due parti hanno già annunciato che entro il weekend sottoporranno il contratto ai propri iscritti. E mentre il Pd invita a non perdere più tempo, dall'Europa sono arrivati alcuni moniti su migranti e debito per l'eventuale nuovo esecutivo. Con Salvini che ha replicato: "Da Ue inaccettabile interferenza".
Di Maio: "Attacchi ci motivano". Salvini: "O intesa o voto"
Su quest'ultimo tempo è intervenuto anche Di Maio. "Abbiamo attacchi continui, anche oggi da qualche eurocrate non eletto da nessuno. Il Ft parla di nuovi barbari, ma come vi permettete? Io più vedo questi attacchi, più sono motivato, perché vedo tanta paura di un certo establishment del cambiamento", ha detto in un video su Facebook. E in serata ha aggiunto: "Ci siamo sentiti e ci siamo visti. Queste sono giornate importanti. Domani forse riusciamo a chiudere il contratto di governo e poi da lì si parte". Salvini, da parte sua, ha risposto sempre tramite Facebook: "Siamo al tratto finale: se riusciremo a trovare un punto di equilibrio tra Lega e centrodestra e M5s si parte". "C'e' un programma dettagliato di governo a cui stiamo lavorando - ha continuato Salvini - se c'è un accordo si parte, ma lo chiedo prima a voi. Altrimenti l'unica via èandare a votare. Tertium non datur, non c'è scelta giusta a prescindere, ci sono pro e contro in ognuna delle due soluzioni".
Il nuovo incontro Lega-M5s
Il tavolo sul contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, dopo una notte di riflessione, è ripreso intorno alle 10 del mattino alla Camera. Fonti del M5s spiegano che l'obiettivo è di chiudere entro giovedì la parte relativa ai temi. Tra i capitoli aperti restano giustizia, migranti, grandi opere e vincoli Ue sui quali, osservano in casa leghista, i Cinque Stelle restano "più prudenti". Sul fronte delle tasse sembra invece ormai consolidata l'idea di un sistema a doppia aliquota, non più quindi una flat-tax, al 15% e al 20%. In un tweet mattutino, il leader della Lega Matteo Salvini ha scritto: “Coerenza, pazienza, voglia di fare, umiltà e concretezza, e serve anche fortuna”, riferendosi alla nuova tornata di incontri con il M5s.
Pd: "Inaccettabile paralisi per l'Italia"
Sui tentativi di formare un governo M5s-Lega è intervenuto anche il Pd. "Non possono più perdere tempo e devono dismettere la campagna elettorale permanente, per dire chiaramente se la loro ipotesi di governo è fallita", ha detto il segretario reggente dem Maurizio Martina in una conferenza al Nazareno. "Se sono nelle condizioni di far partire un governo, lo facciano. C'è un'inaccettabile paralisi per l'Italia. Ci hanno raccontato che tutto si sarebbe fatto in modo veloce e che il governo del cambiamento sarebbe stato facile. Alla prova dei fatti, questi leader ci stanno regalando pratiche che non hanno nulla a che vedere col cambiamento ma hanno molto a che vedere con la restaurazione", ha aggiunto (IL VIDEO). E il capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio: "Auspichiamo, se si continua a perdere tempo, che i partiti riconsiderino la proposta del presidente della Repubblica, che è l'unica seria sul tavolo. Se poi nasce il governo la nostra opposizione sarà molto seria" (IL VIDEO).
I moniti della Ue
Da Bruxelles, invece, sono arrivati i moniti dell’Europa. Il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen ha ammonito: "Le regole del Patto di stabilità si applicano a tutti gli Stati membri e non ho segnali che la Commissione concederà eccezioni” ma poi ha aggiunto: "Ho tutte le ragioni per credere che l'Italia continuerà a rispettare i suoi impegni”. Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha invece spiegato che l’Ue raccomanderà la prossima settimana all'Italia di ridurre debito e deficit, un "approccio" che la Commissione mantiene "indipendentemente dal governo che ci sarà". Poco dopo ha parlato il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos che ha auspicato che col nuovo governo in Italia "non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria". Ma queste parole non sono piaciute a Salvini che ha replicato: "Dall'Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti".
Le consultazioni al Colle
Ieri pomeriggio i leader di 5 Stelle e Lega sono stati ricevuti dal presidente Mattarella al Quirinale per riferire sullo stato dei negoziati per arrivare alla formazione di un governo M5s-Lega. "Abbiamo chiesto qualche altro giorno perché si sta scrivendo il programma di governo dei prossimi cinque anni", aveva detto Di Maio dopo il colloquio col capo dello Stato. E a proposito della figura che dovrebbe ricoprire il ruolo di premier aveva chiarito: "D'accordo con Salvini, nomi pubblicamente non ne facciamo”. Il segretario leghista aveva aggiunto: "Il governo parte se si possono fare le cose”. Secondo Salvini "su alcuni punti importanti restano visioni diverse" e per questo "servirà ancora un po' di tempo".