Dopo il mancato numero legale del 23 dicembre, diversi esponenti dem, tra cui Cuperlo e Manconi, chiedono al Capo dello Stato di rinviare lo scioglimento delle Camere per permettere la discussione della legge per la cittadinanza. Netto no da parte delle opposizioni
Cuperlo:”Non può finire così”
Gianni Cuperlo, esponente della minoranza del Pd, si rivolge direttamente a Sergio Mattarella affinché ci sia un prolungamento della legislatura e si possa dare un’altra opportunità allo ius soli: “Non può e non deve finire così - dice Cuperlo - con una conclusione che mortifica le ragioni del diritto e della democrazia. Quegli scranni vuoti al Senato nell'ultimo giorno utile, la fuga dei senatori 5 Stelle, quel brindisi leghista, il dispiacere profondo per quelle assenze di parlamentari del Pd, sono una immagine da cancellare. Adesso è il momento giusto perché il capo del governo e il segretario del Partito Democratico chiedano al presidente Mattarella di prolungare la legislatura di pochi giorni". Questo, osserva Cuperlo, “consentirebbe di riconvocare l'Aula di Palazzo Madama alla ripresa così da poter discutere e votare una legge giusta e di civiltà".
Manconi, Ius soli: “Il tempo c’è”
A Mattarella fa appello anche Luigi Manconi, da sempre a favore della legge sullo ius soli, al punto da aver fatto lo sciopero della fame al fine di accelerarne l’iter: “Ma chi l'ha detto, che si debba votare il 4 marzo? E chi ha stabilito che le Camere si sciolgano tra 24 o, al più, 48 ore? Lo sostengono tutti ed è l'ipotesi più probabile, ma a tutt'oggi, il solo ed esclusivo titolare del potere di sciogliere le Camere, ovvero il presidente Sergio Mattarella, non si è ancora pronunciato". E allora "è a lui che mi rivolgo”, ha detto Manconi. “So che il Capo dello Stato ha letto il messaggio inviatogli da Movimento italiani senza cittadinanza, una splendida pagina di letteratura civile. Il senso di quella lettera corrisponde esattamente al mio sentimento e al mio pensiero. Il tempo c'è. Basta volerlo. Sarebbe un modo intelligente per recuperare l'onore di un Senato che ha voluto un epilogo assai poco dignitoso della vicenda dello Ius soli e culturae", ha detto il senatore dem. Che ha poi concluso: “Il tempo c’è. Basterebbe prolungare la legislatura di un paio di settimane e prevedere il voto, che so, per il 18 marzo e si avrebbe così la possibilità e l'agio di discutere una legge tanto essenziale e lungimirante".
Le opposizioni, secco no a Ius soli
Alla proposta della minoranza Pd di prolungare la legislatura per approvare la legge sullo Ius soli, arriva un secco no da parte delle opposizioni. Il M5s tace da giorni, mentre la Lega con Roberto Calderoli invita a non tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica: "La legislatura non può durare un giorno in più dopo aver avuto tre governi abusivi e contro questo abusivismo il voto è l'unica ricetta possibile. Il Pd e la sinistra hanno avuto due anni e mezzo per approvare lo Ius soli ed è bastata l'opposizione del sottoscritto, da solo in commissione e con solo 12 senatori in Aula, per fermare questa legge. Adesso basta, la smettano di fare campagna elettorale su argomenti di questa portata. Mattarella non ascolti chi da sinistra lo tira per la giacchetta. Anche perchè - osserva ancora l'esponente della Lega - se il governo dovesse chiedere la fiducia sullo Ius soli verrebbe sfiduciato, ma se non dovesse chiederla e dovessero votare i miei 50mila emendamenti si arriverebbe tranquillamente alla 19esima legislatura ovvero al giorno del mai".
Bergamini (Fi): “Andare al più presto alle urne”
Forza Italia, con Deborah Bergamini, chiede invece al Capo dello Stato di andare al più presto alle urne. "È curioso osservare che quella sinistra che per anni si è presentata ai cittadini come unica paladina della Costituzione, oggi rivolga appelli al Colle per far approvare una legge che il popolo sovrano non vuole. Il nostro auspicio è che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, faccia decidere agli elettori italiani se sono dalla parte di chi dice Sì allo Ius soli o di chi, come noi di Forza Italia e di centrodestra, dice un chiaro e netto No". Alla Bergamini fa eco il compagno di partito, Maurizio Gasparri: "Una legge sbagliata e demagogica come quella sulla cittadinanza regalata agli stranieri è morta e sepolta. E noi di FI siamo orgogliosi di aver dal primo momento contribuito ad affossarla. Appelli, presunti scioperi della fame e quant'altro non sono solo inutili. Diventano ridicoli. Si mettano l'animo in pace”.