Ius soli, manca il numero legale in Aula al Senato: stop al ddl

Politica

Nessun voto sulle pregiudiziali di costituzionalità alla legge sulla cittadinanza. M5S assente, tra le fila del Pd mancano 29 senatori. Esultano Lega e Forza Italia. Grasso fissa nuova seduta il 9 gennaio. Unicef: battaglia di civiltà continua

L'ultimo atto del Senato prima delle feste è lo stop alla legge più dibattuta di queste ultime settimane: lo ius soli (CHE COS'E' -  COME FUNZIONA IN EUROPA). Ed è uno stop di fatto definitivo perché, a meno di clamorosi colpi di scena, le Camere saranno sciolte prima della fine del 2017. A decretare la "morte" dello ius soli sono i 33 senatori che, dopo il sì alla manovra, vengono a mancare per il raggiungimento del numero legale. A chiedere la verifica Roberto Calderoli, esponente di una Lega che, assieme a FI e a tutto il centrodestra esulta per il naufragio della legge. E se il Pd se la prende con il M5S, la sinistra di Liberi e Uguali  punta il dito proprio contro i Dem: "ipocriti". 

Manca il numero legale

L'esame sullo ius soli entra in campo nell'ultimo scampolo della seduta della mattina: si parte con le questioni pregiudiziali (due) sulle quali intervengono i primi senatori. Ma Calderoli, sottolineando come in vista dello scioglimento delle Camere il tempo per l'esame non ci sia chiede la verifica del numero legale: i senatori in Aula sono 116, il quorum richiesto di 149. A spiccare sono soprattutto le sedie vuote dello spicchio del M5S e di quello dei centristi anche se, come sottolinea LeU, mancano pure una "trentina" di esponenti del Pd. Grasso, constatando l'impossibilita' di raggiungere il numero legale, decreta la fine dei lavori: si riprende il 9 gennaio con all'ordine del giorno le" "comunicazioni del presidente".

 

Calderoli: Ius soli è morto e sepolto

E fuori dall'Aula scoppia subito la polemica. "Lo ius soli è morto e sepolto", esulta la Lega. "Sulla mia pregiudiziale di costituzionalità sullo Ius soli, e sulla mia richiesta di verifica del numero legale, nell'aula del Senato è mancato il numero legale e lo ius soli è definitamente naufragato. Colpito e affondato. Morto e sepolto”, ha commentato il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. “Per me è una grande vittoria. E ora tutti quelli che a sinistra fingevano di digiunare per lo Ius soli, saltando il pranzo ma non la cena, possono anche tornare a mangiare, anche se temo che il panettone stavolta gli andrà di traverso".

Gasparri: legge folle è naufragata

"Abbiamo sconfitto l'ultimo tentativo di introdurre la folle legge sullo ius soli che, dopo la votazione della legge di bilancio, alcuni gruppi di sinistra avrebbero voluto  approvare in fretta e furia”, ha invece commentato Maurizio Gasparri di Forza Italia. “Gli emendamenti che abbiamo proposto, ma soprattutto la mancanza del numero legale in aula, hanno fatto naufragare questo tentativo”.

La condanna di Unicef

Il Pd, invece, se la prende con il M5S, il "loro opportunismo piccino e il loro apparato da partito leninista", osserva Luigi Manconi annunciando la fine del suo digiuno ma non del suo impegno per l'ok alla legge. E il vice segretario Dem Maurizio Martina incalza: "La responsabilità del mancato numero legale è di destra e M5S".

"E' un finale farsa, degno sigillo di questa legislatura", attacca invece Pippo Civati di LeU che, con Miguel Gotor, sottolinea ironica come il Pd "ci abbia propinato uno "iusola". Ferma la condanna dell'Unicef, che con il portavoce italiano Andrea Iacomini definisce lo stop allo ius soli "una pagina incivile per il Paese". 

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