Ballottaggi, da Pistoia a Genova: tracollo Pd nelle roccaforti "rosse"

Politica
Il nuovo sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano (Fotogramma)
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Il centrosinistra, complici alcune spaccature interne, ha ceduto alcune delle città più legate alla tradizione del Pci, da Carrara a La Spezia, fino a Sesto San Giovanni, ex "Stalingrado d’Italia". Festeggia, invece, il "centrodestra unito" - LO SPECIALE

All'indomani dei ballottaggi, il conto dei risultati nei capoluoghi di provincia parla chiaro: il centrodestra si aggiudica 16 amministrazioni comunali, il centrosinistra solo 6. Oltre ad aver perso 11 sindaci, le formazioni guidate dal Partito democratico devono, però, fare i conti con un altro dato particolarmente amaro: la sconfitta in alcune città storicamente a sinistra. Roccaforti “rosse” come Pistoia, Genova o Carrara (passata, però, ai Cinque Stelle).

La caduta di Genova

Data la sua importanza, la perdita di Genova da parte del Pd è fra le più brucianti. A guidare l'ex Repubblica marinara sarà Marco Bucci, che ha sconfitto al secondo turno Giovanni Crivello con il 55,8% dei consensi. Negli ultimi decenni, l'amministrazione genovese era rimasta al centrosinistra anche quanto il colore della Regione era divenuto quello degli avversari. Non solo tutta la storia della Lanterna, dalla seconda Repubblica in poi, è stata nel segno delle formazioni di sinistra: anche andando più indietro, nessun partito a destra di quello Repubblicano aveva mai amministrato la città dopo il 1975. Bucci si è candidato presentando un centrodestra unito seguendo il “modello Toti” che già si era aggiudicato il controllo della Regione Liguria. Una formula che, anche altrove, si è dimostrata vincente in questa tornata elettorale.

Pistoia, la Caporetto della sinistra

Sotto il profilo storico, il passaggio di Pistoia al centrodestra è una novità assoluta in tutta la storia della città. Ad aggiudicarsi la provincia toscana, in rimonta dopo il risultato del primo turno, è stato Alessandro Tomasi (col 54,3% dei voti). Qui il centrosinistra ha sperimentato una singolare scissione: il candidato Pd, Samuele Bertinelli, ha dovuto confrontarsi anche con un avversario di corrente renziana, Roberto Bartoli, fuoriuscito dai dem. Questo, nonostante la leadership su scala nazionale appartenga, com'è noto, a Matteo Renzi. Complice la spaccatura del fronte democratico, Pistoia, una città amministrata ininterrottamente dal Partito Comunista Italiano finché è esistito, per poi adeguarsi alle varie metamorfosi dell'Ulivo, finisce in mano a una coalizione di centrodestra guidata da Fratelli d'Italia: è proprio il partito nazionalista guidato da Giorgia Meloni il più votato all'interno del “tridente” composto anche da Lega e Forza Italia.

 

Carrara al M5s

Anche se non per mano del centrodestra, un'altra roccaforte solidamente a sinistra ha cambiato bandiera: Carrara, infatti, è passata al Movimento 5 stelle, con la più schiacciante delle maggioranze registrate nei ballottaggi avvenuti nelle province della Penisola. Il pentastellato Francesco De Pasquale, infatti, ha sconfitto il contendente dem Andrea Zanetti con il 65,4% dei voti. La provincia toscana, in tutta la sua storia, è stata sempre amministrata da formazioni di centrosinistra (socialisti, repubblicani), quando a governare non c'era il Pci. Come a Pistoia, grava sulla sconfitta del Pd una scissione interna che ha fatto capo a Andrea Vannucci, che si è presentato con il sostegno di Sinistra Italiana e Mdp dopo uno scontro con i vertici regionali del Pd, contrari a una coalizione dem più “a sinistra”. Dopo Livorno, Carrara è ora la seconda provincia toscana amministrata dai Cinque Stelle.

Altre sconfitte

Fra le altre province passate al centrodestra, va ricordata La Spezia. La città ligure si era dimostrata fedele al centrosinistra sin dal 1971, quando dalla Dc il comune passò sotto il controllo del Partito comunista. Col 60% dei voti, il nuovo sindaco è Pierluigi Peracchini, che si è imposto contro il democratico Paolo Manfredini. Non una provincia, ma importante sintomo del flop del Pd è, infine, la caduta della “Stalingrado d'Italia”, Sesto San Giovanni. Il comune lombardo, da sempre amministrato dalla sinistra, è passato al centrodestra guidato da Roberto Di Stefano, che ha battuto il sindaco uscente, Monica Chittò con oltre il 58% dei consensi.

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