Legge elettorale, Renzi: "Si vota nel 2018". Grillo accusa Napolitano

Politica
Una foto della votazione alla Camera dell'8 giugno

È ancora scontro tra le forze politiche dopo l’affossamento del testo alla Camera. L’ex premier esclude altri tentativi di elezioni anticipate, mentre il M5S accusa il Pd di essere l’autore del sabotaggio. Il leader del M5S: "Napolitano ha parlato, il Pd ha obbedito"

Con la bocciatura sul nascere della riforma elettorale, l'appuntamento con il voto sembra allontanarsi al 2018, verso la fine legislatura, e le polemiche sul caos di giovedì alla Camera non si placano. "Era doveroso provarci; ma adesso la partita è chiusa”, ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi al Corriere della Sera. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio accusa i dem di aver sabotato la legge, così come Beppe Grillo, secondo cui il fallimento dell'accordo è stato voluto dall'ex capo dello Stato: "Napolitano ha detto, il Pd ha ubbidito". Parole che trovano sulla stessa linea Casaleggio jr: "Napolitano ha parlato, il Pd ha eseguito". Il leader di Mdp Pierluigi Bersani punta il dito sul patto a quattro che definisce “l’origine di tutti i mali”.

Renzi: “Si vota nel 2018”

La legge elettorale non si fa più? "Mi pare difficile - risponde Matteo Renzi al Corriere - Se la legge che ha in teoria il consenso dell'80% dei parlamentari va sotto al primo passaggio a scrutinio segreto. E poi una legge c'è: quella uscita dalla sentenza della Consulta. Tutti sanno che il modello tedesco non era il nostro". Il segretario Pd ricorda che “non ero io a chiedere a tutti i costi di votare”, quanto "almeno due dei contraenti del patto, Grillo e Salvini”, e ribadisce che si voterà "nel 2018, alla scadenza della legislatura. Come ho sempre detto. Questo governo è il nostro governo. Noi lo difendiamo”. L’ex premier risponde anche all’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ieri aveva laciato la sfida delle primarie di coalizione: “Ha fatto per cinque anni il sindaco di Milano con il contributo fondamentale del Pd. Noi ci siamo; vediamo che farà lui".

Di Maio: “Il Pd ha sabotato la legge elettorale”

Al quotidiano di via Solferino ha parlato anche il vicepresidente della Camera del M5S Luigi Di Maio, che accusa il Pd di aver sabotato la legge elettorale: "Stavamo cercando di approvare una riforma elettorale importante. E chi oggi ci accusa di sabotaggio è proprio chi l'ha sabotata: il Pd. Temeva di non avere i numeri per evitare il ritorno alle preferenze. E ha fatto saltare il tavolo su un emendamento sul Trentino-Alto Adige. Singolare, no?". E aggiunge: “Non ci sono più i presupposti per fare una legge elettorale: non in questo Parlamento. Toccherà al prossimo e alla futura maggioranza"

Sala ed Emiliano favorevoli alle elezioni nel 2018

Favorevole alle elezioni nel 2018 è anche il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha detto di “essere stato uno dei primi sindaci a scrivere in una lettera ad un quotidiano italiano ‘Andiamo a votare nel 2018’: abbiamo bisogno di un governo stabile, la finanziaria sarà difficile”. Stessa linea tenuta dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha detto “credo sia una buona notizia”.

Bersani: “Renzi lasci stare Pisapia, fatica sprecata”

Attacca invece il leader di Mdp Pier Luigi Bersani, secondo cui “il patto a quattro sul voto estivo è stata l'origine di tutti i guai sulla legge elettorale. Ora è il momento che questi apprendisti stregoni raffreddino la testa e abbandonino l'idea delle urne in settembre”. E mette in guardia Renzi sulla questione Pisapia: "Consiglio di non perdere tempo in improvvisazioni tattiche o furbizie. Noi con Pisapia stiamo lavorando a un centrosinistra in netta discontinuità con il Pd degli ultimi anni. E non sarà Renzi a dare le carte in questa nuova stagione, non si affanni, per lui è fatica sprecata".

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