Il ministro del Lavoro precisa che se si vuol discutere degli statali "c'è una legge delega sulla Pubblica Amministrazione". Renzi: "Critici si arrenderanno davanti a realtà". Ma continuano le polemiche. E lo scontro si accende su licenziamenti collettivi
ministro.
"Trovo francamente sconcertante questo affannarsi di alcuni ministri nel negare l'applicabilità del Jobs act al pubblico impiego" dice il sottosegretario al Ministero dell'Economia e deputato di Scelta Civica Enrico Zanetti, sottolineando che il dualismo con i privati "non sta in piedi". E continua: "A parte che il nostro senatore Ichino ha già spiegato anche dal punto di vista tecnico perché questo dualismo non sta in piedi, come si fa a non capire che certi distinguo non rappresentano giuste rassicurazioni per il pubblico impiego, bensì ingiuste discriminazioni per i dipendenti del settore privato?".
Le polemiche sugli statali si accendono mentre continuano a tener banco anche quelle sui licenziamenti collettivi. Attacchi che il presidente del Consiglio Matteo Renzi prova a smorzare via Twitter.
Renzi: "#lavoltabuona, #nonsimolla" - Il 24 dicembre "svolta su Taranto, lavoro, delega fiscale, Inps mentre si chiudevano vertenze Termini Imerese e Meridiana. #lavoltabuona, #nonsimolla" torna a twittare sui provvedimenti messi in campo dal governo alla vigilia col Cdm Renzi, assicurando che "andremo avanti a testa alta" e che i critici "si arrenderanno all'improvviso, quando non potranno più negare la realtà".
@fabio_moret Si arrenderanno all'improvviso, quando non potranno più negare la realtà. Per adesso, noi, al lavoro!
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 27 Dicembre 2014
Sull'Ilva, che torna sotto il controllo dello Stato, Renzi spiega che "il progetto è serio ed è un progetto per Taranto (cultura, porto, bonifiche, ospedale)" poi, a proposito di legge elettorale, assicura che "Arriva, arriva. A gennaio siamo in seconda lettura al Senato, ormai ci siamo anche lì". Nessun Cdm in vista invece per il 31 dicembre: "Abbiamo già dato alla vigilia di Natale".
Critiche al governo - Renzi cerca dunque di smorzare le polemiche e di rispondere agli attacchi di sindacati e minoranza Pd. "Siamo pronti a nuovi scioperi e a ricorrere in Europa" afferma la Cgil. "Questo contratto a tutele crescenti è un grande bluff. Si tratta solo di una monetizzazione crescente: ti licenzio anche ingiustamente, ti pago pure in modo crescente, quindi adesso taci, sembra voler dire. Di fatto, è l'abolizione dei contratti a tempo indeterminato" sono le parole di Susanna Camusso. Per il Pd all'attacco va anche Stefano Fassina, "è un cambiamento regressivo", e Pippo Civati, che ribattezza il decreto in "contratto a tutele ridotte". Per i Cinque Stelle Luigi di Maio parla di "fregatura" e Fi ironizza con Giovanni Toti: "Tra i tanti pacchi giunti agli italiani in questi giorni è arrivato anche questo". Amaro il giudizio di Sacconi: "avverto molta delusione" perché "la montagna ha partorito il topolino".