Crisi, il governo riduce l'acconto dell'Irpef

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Scende del 17% la somma dell'imposta da versare a fine novembre. Un risparmio di 400 euro a testa, per circa 7 milioni di contribuenti. La differenza andrà comunque versata a giugno 2012. Al Tesoro intanto si lavora sui conti pubblici

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Meno tasse da pagare proprio sotto Natale. Così almeno il 'Cenone' sarà assicurato. Un cenone da 400 euro. Il decreto che riduce l'acconto da versare a fine novembre, il primo firmato dal Premier, Mario Monti, lascerà infatti nelle tasche dei contribuenti italiani poco più di 3 miliardi. Più o meno 400 euro in media a testa - calcola la Cgia - che però non sono un regalo: dovranno essere restituiti l'anno prossimo a giugno, con il saldo finale dell'Irpef. Ma, in tempi grami come gli attuali, rappresentano una piccola boccata d'ossigeno per attutire l'Iva già scattato oppure da usare per 'santificare' le feste. Con un indubbio effetto positivo anche sui consumi.

L'acconto Irpef di novembre scende dunque di 17 punti: dal 99 all'82%. E' stato firmato dal presidente del consiglio un decreto che differisce al 2012 ben 17 punti percentuali di  acconto Irpef ma parallelamente si rimpingua il 'saldo' che si versera' nel 2012. La norma che consentiva il differimento è prevista dalla manovra adottata nel maggio-giugno 2010 dal precedente governo. L'obiettivo iniziale era quello di ottimizzare le poste economiche del Bilancio, ma l'effetto concreto - anche se nel comunicato ufficiale del ministero dell'Economia non se ne fa cenno - potrebbe anche essere quello di rilanciare i consumi.

Al Tesoro prosegue intanto il lavoro di istruttoria sui conti pubblici mentre i tecnici del governo nel suo complesso sono impegnati nel cantiere delle misure. Restano in primo piano, almeno per la prima fase, le imposte sulla casa. Si va da una revisione generale dell'imposizione all'avvio del processo per l'adeguamento delle rendite catastali, come anche resta molto probabile la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Per quanto riguarda quest'ultima misura, si valuta la possibilita' di 'agganciarla' in qualche modo ai redditi. Essendo un'imposta patrimoniale, e dunque per sua natura non progressiva, la via potrebbe essere quella della reintroduzione delle soglie di reddito per l'esenzione o le detrazioni legate al reddito o alla condizione sociale (famiglie numerose, anziani, disabili). Una partita non proprio semplice perché sarà da stabilire se la reintroduzione sarà legata alla nuova Imu e, inoltre, quale sarà l'autonomia dei Comuni. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, fa presente comunque che "non ci sono problemi tecnici ma solo decisionali e politici"'; e in ogni caso se il governo deciderà di introdurre una nuova Ici o una patrimoniale l'Agenzia è "sempre pronta". "Con la pressione fiscale che sfiorerà il 45%, cittadini e imprese non sono affatto pronti", replica il presidente della Confesercenti Marco Venturi.

Per quanto riguarda il fisco resta in piedi l'ipotesi di ritocco delle aliquote Iva (del 10 e del 21%) mentre sulle pensioni, oltre al contributivo per tutti e al superamento di fatto delle anzianità con l'uscita flessibile a 63-70 anni, con incentivi e disincentivi, potrebbe essere messa in campo qualche misura per stringere sulle invalidità. Avviato anche il lavoro sulle liberalizzazioni. Sul fronte della lotta all'evasione fiscale, che ha già dato frutti negli ultimi tre anni per 35 miliardi di euro, si dovrebbe procedere, già con il primo provvedimento, quello atteso per la prima decade di dicembre, con una limitazione dell'uso del contante. Al proposito Befera ha sottolineato che occorrerebbe intervenire contestualmente sulle commissioni bancarie.

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