Berlusconi: La fronda finiana è stata il "peccato originale"

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In una lettera al congresso de La Destra di Storace, il Cavaliere rivendica con orgoglio quanto fatto e accusa la corrente del presidente della Camera: "Ha minato la legislatura". E sulla fine del governo: "Hanno prevalso piccoli ricatti e trasformismo"

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"Permettetemi di rivendicare con orgoglio quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia". E' quanto afferma l'ex premier Silvio Berlusconi in un messaggio inviato al Congresso nazionale de "La Destra" in corso al Lingotto di Torino.
"Lo abbiamo fatto - prosegue Berlusconi nella lettera - nonostante la fronda della componente finiana che si è manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008 e che è poi sfociata in una vera e propria diaspora. E' stato quel peccato originale a minare il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene. Siamo andati avanti comunque con determinazione, nella consapevolezza che la maggioranza voluta dagli italiani avesse il diritto e soprattutto il dovere di governare, ma alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana".

"C'è chi lavora da tempo perché il pendolo della politica italiana torni indietro, ai tempi in cui la volontà degli elettori era commissariata dalle oligarchie di partito abituate a gestire in proprio, al riparo da ogni responsabilità, la forza che i cittadini consegnavano loro al momento del voto" scrive ancora il Cavaliere. "La storia della politica italiana  comportava la delega ai partiti delle scelte di governo. Noi siamo stati i protagonisti di una riforma di segno bipolare, fondata sul principio per cui il popolo sceglie non soltanto il Parlamento ma anche le alleanze e il capo di Governo. L'impegno è che quanto è stato conquistato in questi anni nel segno della modernità non vada disperso”.

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