Palermo, mafia: torna in carcere Franco Cataldo, il sequestratore del piccolo Di Matteo

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Il boss 85enne, condannato a scontare l’ergastolo nel carcere dei Pagliarelli a Palermo, si trovava da due settimane ai domiciliari a Geraci Siculo per motivi di salute, aggravati dal rischio del Covid-19

Uno dopo l'altro i boss scarcerati per motivi di salute, aggravati dal rischio del Covid-19 (LA DIRETTALA SITUAZIONE IN SICILIA), tornano in cella oppure vengono ricoverati in una struttura sanitaria attrezzata e vigilata. Dopo Francesco Bonura, fedelissimo di Bernardo Provenzano, quest’oggi il giudice di sorveglianza ha rimandato nel carcere dei Pagliarelli a Palermo anche Franco Cataldo. Si tratta del boss 85enne condannato all’ergastolo che per due mesi, nel 1994, aveva tenuto segregato in un casolare di campagna nelle Madonie, vicino a Gangi, il piccolo Giuseppe Di Matteo, prima che fosse strangolato e sciolto nell'acido perché il padre Santino non si era piegato al ricatto di ritrattare le sue rivelazioni. 

La revoca dei domiciliari

Da due settimane Cataldo era ai domiciliari a Geraci Siculo (in provincia di Palermo). La revoca della scarcerazione è un altro passaggio del nuovo corso del Dap. E trova la sua motivazione nelle norme introdotte, mentre dilagavano le polemiche, dal decreto del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, approvato lo scorso 9 maggio. Come per Bonura, per Cataldo è stato accertato una evoluzione delle condizioni di salute non incompatibili con la detenzione. 

I ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede e Roberto Speranza, arrivano a palazzo Madama per la seduta del Senato in cui si voterà la sfiducia individuale al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, Roma 20 maggio 2020.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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