La decisione, in applicazione al decreto antimafia approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 maggio, è stata presa dal magistrato di sorveglianza milanese
Il magistrato di Sorveglianza di Milano ha revocato la detenzione domiciliare per Francesco Bonura, imprenditore palermitano condannato per mafia, in applicazione del decreto antimafia approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 maggio. L'iniziativa è stata intrapresa dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, dopo che il provvedimento ha attributo al Dap il potere di iniziativa nell'indicare ai magistrati di sorveglianza soluzioni sanitarie idonee per consentire il rientro dei boss scarcerati per motivi di salute negli istituti di pena. Bonura, condannato a 20 di carcere per mafia e fedelissimo di Bernardo Provenzano, era ai primi posti dell'elenco predisposto la scorsa settimana dal vice capo del Dap Roberto Tartaglia.
La motivazione
Bonura è affetto da patologie oncologiche. Ma il tribunale del riesame ha cambiato il quadro clinico. "Gli esami di rivalutazione - scrive il giudice di sorveglianza Gloria Gambitta - eseguiti durante la degenza non hanno evidenziato alcuna recidiva o ripresa di malattia oncologica". Quindi, "è cambiata l'incidenza del virus sul quadro clinico". Per questo, il boss torna in carcere.
La scarcerazione di Bonura
Francesco Bonura era stato scarcerato e sottoposto ai domiciliari verso la fine di aprile. Una scarcerazione, come aveva chiarito il tribunale di sorveglianza, presieduto da Giovanna Di Rosa, decisa con un "provvedimento" di "concessione del differimento pena nella forma della detenzione domiciliare secondo la normativa ordinaria applicabile a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi, a tutela dei diritti costituzionali alla salute e all'umanità della pena". Il tribunale aveva spiegato che il detenuto era "affetto da gravissime patologie" e che gli rimanevano da scontare solo 11 mesi (8 mesi con la liberazione anticipata).