Mafia, due boss ai domiciliari. Bonafede: "Non per effetto del decreto coronavirus"

Politica

Il ministro della Giustizia smentisce l’articolo de L’Espresso secondo cui a Francesco Bonura e Vincenzino Iannazzo sarebbe stata concessa la detenzione in casa anche a causa dell’emergenza sanitaria. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano: applicate le norme ordinarie

“Sostenere che alcuni esponenti mafiosi siano stati scarcerati per il decreto legge ‘Cura Italia’ non solo è falso, ma è pericoloso e irresponsabile”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha commentato, con un post su Facebook, la notizia riportata da L’Espresso secondo cui a due boss rispettivamente di mafia e ‘ndrangheta, il 78enne Francesco Bonura e il 65enne Vincenzino Iannazzo, sarebbe stata concessa la detenzione domiciliare sia per motivi di salute sia in considerazione dell’emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - “IO RESTO A CASA” - GRAFICHE). “Si tratta di decisioni assunte dai giudici nella loro piena autonomia, che in alcun modo possono essere attribuite all’esecutivo”, ha replicato Bonafede. Successivamente sulla vicenda è intervenuto anche il Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha fatto sapere che nel caso di Bonura la scarcerazione è avvenuta mediante “nome ordinarie” (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO).

La ricostruzione de L’Espresso

Nella serata di ieri, 21 aprile, L’Espresso ha scritto che Bonura, condannato in via definitiva per associazione mafiosa a 23 anni di carcere e detenuto al 41bis, e Iannazzo, condannato in appello a 14 anni e 6 mesi nel luglio 2018, erano stati scarcerati. A Bonura, scrive L’Espresso, il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano ha concesso gli arresti in casa motivati dalle condizioni di salute del diretto interessato e sottolineando che “siffatta situazione facoltizza” il magistrato “a provvedere con urgenza al differimento dell’esecuzione pena”. Il giudice ha escluso il pericolo di fuga e ha disposto che Bonura “non potrà incontrare, senza alcuna ragione, pregiudicati” ma che è autorizzato a uscire da casa “per motivi di salute”, anche dei familiari. Nelle scorse settimane, ricorda sempre L’Espresso, anche Iannazzo è stato posto ai domiciliari dai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro: il suo stato di salute è stato giudicato incompatibile con il carcere in considerazione dell’attuale emergenza epidemiologica.

Bonafede: “Governo ha attivato verifiche”

Bonafede ha spiegato che il governo ha già attivato “tutte le verifiche e gli accertamenti del caso, considerato anche il regime di isolamento previsto dal 41 bis, nel rispetto dell’autonomia della magistratura”. Il ministro della Giustizia ha detto che, al momento, questa è “l’unica cosa che può fare il governo”. In merito all'articolo de L'Espresso, ha poi definito “particolarmente grave” e “inaccettabile sciacallaggio” quella che secondo lui è “diffusione di notizie false”.

La posizione del Tribunale di Sorveglianza di Milano

In una nota diffusa in seguito alle dichiarazioni di Bonafede, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha detto che la scarcerazione di Bonura è avvenuta con un “provvedimento” basato sulla “normativa ordinaria applicabile a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi, a tutela dei diritti costituzionali alla salute e all’umanità della pena”. Bonura, prosegue la corte, era “affetto da gravissime patologie” e gli rimanevano da scontare 11 mesi, 8 con la liberazione anticipata.

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