Comune di Vittoria sciolto per mafia: prorogato di 6 mesi il commissariamento

Sicilia
Piazza del Popolo a Vittoria, in provincia di Ragusa (ANSA)

La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri, poiché “l’azione di recupero e risanamento delle istituzioni locali non è stata ancora completata”. La città potrà tornare al voto soltanto nell’ottobre del 2020 

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di prorogare il commissariamento di Vittoria (in provincia di Ragusa) per altri 6 mesi, perché "l'azione di recupero e risanamento delle istituzioni locali non è stata ancora completata". Il Comune era stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel luglio del 2018, su proposta dell’allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Inizialmente il provvedimento stabilito era valido per 18 mesi. I tempi, ora, si allungano fino a 2 anni e il paese potrà tornare al voto soltanto nell'ottobre del 2020. Il processo a carico degli ex amministratori del paese partirà il prossimo 13 dicembre, davanti al collegio giudicante del tribunale di Ragusa.

Il commissariamento e la gestione del Comune di Vittoria

Attualmente il Comune è retto da una commissione composta dal prefetto in quiescenza Filippo Dispenza, dal viceprefetto Giovanna Termine e da Gaetano D’Erba, funzionario della prefettura di Siracusa. Il Comune era stato sciolto facendo leva sull'inchiesta della Dda di Catania denominata “Exit poll”, che portò all'arresto (poi annullato dal tribunale del riesame) dell'ex sindaco Giuseppe Nicosia. Tra gli indagati ci fu anche l'ex primo cittadino Giovanni Moscato, accusato di corruzione elettorale e condannato dal gup di Catania, Stefano Montoneri, a un anno e 3 mesi di reclusione e a due anni di sospensione dai pubblici uffici.

La conferma di scioglimento del Tar

Il Tar del Lazio, lo scorso luglio, aveva confermato la legittimità del provvedimento con il quale nell’estate del 2018 era stato disposto lo scioglimento. Il ricorso amministrativo, presentato dall’ex sindaco Giovanni Moscato, dagli ex assessori e consiglieri comunali, era stato respinto. L’ente, nel motivare la decisione, aveva osservato che “i fatti che hanno condotto allo scioglimento del consiglio comunale di Vittoria sono stati riportati correttamente negli atti prefettizi e costituivano un quadro indiziario più che sufficiente a condurre all'adozione della misura dissolutoria”.

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