Ieri la Tac eseguita presso il Policlinico di Catania aveva riscontrato nel piccolo la frattura del braccio. Ancora da accertare se sia avvenuta prima o dopo la morte
Un bimbo di 6 mesi è morto in casa martedì sera, 19 febbraio. È successo a Comiso, in provincia di Ragusa, dove abita la madre del piccolo, di origini romene, insieme con il compagno, di origini tunisine. Il padre biologico del bimbo, anch'egli tunisino, si trova attualmente in carcere. La Procura di Ragusa ha aperto un fascicolo contro ignoti.
Il racconto della madre
Stando a quanto riportato dalla madre del piccolo, lei stessa avrebbe chiamato l'autoambulanza del 118 alle 16 di martedì, giorno del decesso del lattante. Secondo la sua versione, la donna non avrebbe più verificato le condizioni di salute del bimbo dalle 4 del mattino, ovvero dopo che lo aveva allattato e rimesso a letto. C'è dunque un buco di dodici ore che gli investigatori devono ricostruire.
La frattura
Nella giornata di mercoledì 20 febbraio, la Tac eseguita presso il Policlinico di Catania ha riscontrato nel piccolo la frattura del braccio. Ancora da accertare se sia avvenuta prima o dopo la morte. L'abitazione della coppia, situata in via Pace, è stata posta sotto sequestro su disposizione del PM, Santo Fornasier, che sta coordinando le indagini. Sia la madre, che il compagno di lei, che al momento non risultano indagati, sono stati interrogati per ore.
Indagini in corso
Fornasier ha disposto l'autopsia sul corpo del lattante, che potrebbe essere effettuata sabato mattina presso l'Istituto di Medicina legale di Catania dal professor Giulio Di Mizio dell'Università 'Magna Grecia' di Catanzaro, luminare del settore, come conferma il Procuratore di Ragusa Fabio D'Anna.