Bracciante ucciso nell’Agrigentino: domiciliari per indagato

Sicilia
Foto di archivio (ANSA)
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Il Gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico 

Arresti domiciliari per Raimondo Burgio, venditore ambulante di 35 anni accusato di aver ucciso il cognato Ignazio Scopelliti a Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento. Il Gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico. L'omicidio del bracciante agricolo disoccupato di 45 anni è avvenuto la mattina dell’1 novembre.

La confessione

A poche ore dall’omicidio, i carabinieri e il pubblico ministero Emiliana Busto avevano sottoposto a fermo Burgio. Fermo che non è stato convalidato dal Gip in quanto, secondo la sua valutazione, non c’era alcun pericolo di fuga. Il giudice però ha disposto i domiciliari per l'indagato. L’uomo, difeso dall'avvocato Santo Lucia, ha confessato durante l'interrogatorio: “Gli ho sparato perché temevo di essere ucciso: un conoscente mi aveva detto che andava in giro armato di un coltello e avrebbe ucciso mia sorella. Stavo rientrando a casa dal negozio di ortofrutta e ho visto che stava discutendo con mia madre davanti alla nostra abitazione. Ho avuto paura, gli ho detto di andare via e lui mi ha minacciato. Per questo ho sparato”. 

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