Due lavoratori siriani sono morti in seguito alle manifestazioni scoppiate in tutto il paese per la proposta di una tassa sull'utilizzo di WhatsApp. Neppure il ritiro del provvedimento ha bloccato gli scontri. LA FOTOGALLERY
Manifestanti in tutto il Libano hanno bloccato strade e bruciato copertoni, mentre a Beirut si protesta per il secondo giorno consecutivo
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Le manifestazioni sono esplose dopo la proposta del governo di tassare le chiamate fatte tramite le applicazioni di messaggistica istantanea, come WhatsApp
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La proposta è stata ritirata, ma non ha fermato i manifestanti, che adesso protestano in chiave anti-governativa e per le condizioni economiche del Paese
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Ci sono stati anche due vittime, due lavoratori siriani morti asfissiati da un incendio esploso in un negozio durante i disordini nel centro della capitale
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I manifestanti hanno bloccato le strade che conducono al palazzo presidenziale di Beirut e all'aeroporto, mentre l'esercito sta intervenendo per liberare le carreggiate
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La Protezione civile libanese sta spegnendo gli incendi appiccati dai manifestanti che, nelle scorse ore, hanno bruciato pneumatici per le strade di Beirut
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Sono le proteste più massicce degli ultimi anni in Libano: migliaia di persone si sono riunite davanti al Gran Serraglio, la sede del governo, al centro della capitale
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Le forze dell’ordine sono intervenute con i lacrimogeni e all'alba si sono verificati scontri con i manifestanti
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Altri focolai di protesta sono esplosi a Sidone, Tripoli e nella Valle della Beqa'
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Il governo ha dato ordine di tenere le scuole chiuse nella giornata di oggi
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"La gente vuole la caduta del regime" è uno degli slogan scanditi a Beirut dalla piazza. Lo stesso che risuonava nelle proteste della Primavera araba, nel 2011
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Si tratta della seconda ondata di proteste in questo mese. E la reazione popolare ha portato il governo a tornare sui suoi passi
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"Su richiesta del primo ministro Saad Hariri, l'idea di imporre una commissione di 20 centesimi sulle comunicazioni online, in particolare WhatsApp, verrà ritirata e questa non sarà più sul tavolo del governo. Il servizio rimarrà disponibile così come è sempre stato", ha scritto il ministro delle Telecomunicazioni libanese, Mohamed Choucair
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Considerato l'utilizzo pressoché universale di WhatsApp in Libano, Beirut contava di intascare almeno 200 milioni di dollari l'anno dalla tassa
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Il dissenso, praticamente immediato, è stato prima organizzato sul web. Per poi, dopo poche ore, riversarsi in piazza. Le proteste hanno però assunto una connotazione più ampia, inglobando anche il malcontento del popolo nei confronti del regime per le sue politiche e per la lunga crisi economica in cui versa il paese
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