Xi Jinping, chi è e cosa fa l’uomo più potente della Cina

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Xi Jinping, 65 anni, è segretario generale del Partito Comunista Cinese dal novembre 2012 (Getty)

Leader incontrastato del Paese, 65 anni, è segretario del Partito Comunista Cinese dal 2012 e presidente della Repubblica Popolare dall’anno successivo. Il suo mandato è rinnovabile senza limiti e all’orizzonte non si vedono successori

Xi Jinping è più di un presidente. Segretario generale del Partito Comunista Cinese (PCC) dal novembre 2012, dal marzo dell’anno successivo guida la Repubblica Popolare con un mandato "rinnovabile senza limiti". In questi anni di egemonia pressoché totale il leader 65enne della Cina ha consolidato il fronte interno, tanto che al momento non ci sono rivali dichiarati né tantomeno successori, e ha lanciato il Paese in una nuova fase di interventismo sullo scacchiere internazionale con lo scopo di ridisegnare gli equilibri economici mondiali. Tra i progetti più ambiziosi il piano di investimenti in Africa e la "One Belt, One Road", la Via della Seta destinata a collegare l'Asia all'Europa e all'Africa.

Le cariche

Il grande potere di cui può disporre Xi Jinping è frutto della somma di una serie di cariche che ha collezionato a partire dal 2012. Dopo aver scalato il PCC e conquistato la presidenza, incarichi che gli sono stati rinnovati tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018, Xi ha conquistato la presidenza della Commissione Militare Centrale, che lo pone a capo delle forze armate, e dal 2017 è presidente della Commissione per lo sviluppo civile e militare. Ha collezionato inoltre diverse nomine a capo di alcuni gruppi guida che regolano tutti i più importanti settori della vita dello Stato, compreso il controllo di internet.

Come Marx e Mao

La definitiva consacrazione in Cina è avvenuta nell’ottobre del 2017 durante il 19esimo Congresso del Partito Comunista Cinese, quando è stato confermato per il secondo mandato alla guida del Pcc. In quell’occasione gli è stato tributato all'unanimità l'onore di iscrivere il suo pensiero nella costituzione. Un privilegio concesso finora solo a personaggi del calibro di Marx, Mao e Deng Xiaoping e che ha consentito al presidente in carica di mettere nero su bianco la sua idea di socialismo con caratteristiche cinesi. A tal proposito Jinping ha più volte ribadito come secondo lui il marxismo sia "assolutamente corretto" per la Cina e che anzi rappresenti il miglior strumento possibile per realizzare il sogno cinese di rinnovamento nazionale.

"Un miracolo che impressionerà il mondo"

Nelle politiche attuate in questi anni il tema della rinascita della Cina ha sempre avuto un ruolo centrale. Considerato un primo passo indispensabile per poi lanciarsi alla conquista di un ruolo centrale nello scacchiere internazionale, nel dicembre del 2018 Jinping ha promesso "un nuovo miracolo economico che impressionerà il mondo". E lo ha fatto in occasione della commemorazione dei 40 anni d'apertura e riforme alla base del 'miracolo' che ha aiutato a sollevare dalla povertà 740 milioni di persone, e che ha permesso a Pechino di diventare la seconda economia mondiale.

La battaglia contro il protezionismo e i dazi

Per quanto riguarda gli affari esteri, il tema più scottante con il quale ha avuto a che fare il presidente cinese è la guerra dei dazi con gli Stati Uniti di Donald Trump. Un conflitto che ha portato più volte Jinping a criticare con forza il protezionismo a stelle e strisce. Durante vertice dell'Asia-Pacific Economic Cooperation in Papua Nuova Guinea, del novembre del 2018, ad esempio ha definito il protezionismo come una strategia "miope e destinata a fallire", aggiungendo che "la storia dimostra come lo scontro, sia nella forma di una guerra fredda, calda o di una guerra commerciale, non produce vincitori".

Gli investimenti in Africa e la Via della seta

Oltre ai piani di sviluppo interni, la Cina di Jinping sta guardando sempre con maggiore interesse ai mercati internazionali. Oltre al progetto di una Via della Seta in chiave contemporanea, che punta a ridisegnare gli equilibri economici mondiali, mettendo la Cina moderna al centro dei traffici commerciali, il presidente cinese ha deciso di puntare fortemente anche sull’Africa. Nel settembre del 2018 ha annunciato infatti un piano di aiuti finanziari e investimenti nei successivi tre anni che ammonta a 60 miliardi di dollari. I finanziamenti, ha spiegato Jinping, serviranno a sostenere otto iniziative di cooperazione tra la Cina e l’Africa, in campi che vanno dalla sicurezza, alle infrastrutture, alla sanità, fino allo sviluppo di tecnologie verdi.

Vita privata

I particolari sulla vita privata di Xi Jinping sono distillati con molta parsimonia dai media ufficiali cinesi. Si è sposato nel 1987 con l'attuale First Lady Peng Liyuan (CHI È), che in quegli anni era una cantante affermata (carriera poi abbandonata). A differenza delle precedenti consorti dei leader cinesi, Peng Liyuan è molto più presente accanto a Xi Jinping nelle occasioni pubbliche, fin dalle prime missioni all'estero di quest'ultimo dopo l'elezione alla presidenza. Un ruolo che l'ha fatta diventare popolare presso i cittadini del Paese asiatico, che la considerano un'icona di stile. La coppia presidenziale ha una figlia, la 26enne Xi Mingze: anche di lei si sanno pochi particolari, tra i quali quello di aver mantenuto sempre un atteggiamento di basso profilo nonostante appartenga alla famiglia più potente dello Stato. A riprova di questo il fatto che durante un periodo del suo percorso di studi, che ha compreso un'esperienza all'Università di Harvard, ha vissuto sotto pseudonimo per non dare troppo nell'occhio. 

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