Perché il Congresso del partito comunista cinese è importante
MondoCome accade ogni 5 anni gli oltre 2mila delegati si sono riuniti a Pechino. Dovranno scegliere i vertici del partito e quindi del Paese e programmare la politica per i prossimi anni
dal 18 al 24 ottobre a Pechino si svolge il 19esimo Congresso del partito comunista cinese. Come ogni 5 anni gli oltre 2mila delegati, in rappresentanza degli oltre 89 milioni di iscritti, sono chiamati a nominare i vertici del partito e a definire le politiche che indirizzeranno il Paese nel prossimo lustro. Si tratta in sostanza dell'appuntamento durante il quale viene scelto il vertice politico del Paese, paragonabile per importanza alle elezioni presidenziali americane. Xi Jinping va verso una riconferma quasi scontata, ma da quello che dirà e dalle nomine che farà si potrà capire la direzione politica cinese per i prossimi anni.
L'elezione dei delegati
Tutti i membri del Congresso, compreso il segretario in carica Xi Jinping, sono stati eletti su base provinciale. Tutti gli iscritti possono essere eletti. Il problema è entrare nel partito: non basta iscriversi ma si deve passare dalla cooptazione. Prima del Congresso, viene nominato un segretario generale incaricato di gestirlo. Quest'anno la carica sarà ricoperta da Liu Yunshan.
Che cosa fa il Congresso
Il Congresso si riunisce nella Grande Sala del Popolo, il palazzo del parlamento cinese che si affaccia su piazza Tienanmen. Il suo ruolo è nominare gli uomini che costituiranno il Comitato Centrale e la commissione disciplinare. Il primo è l'organo direttivo del partito con la base più larga. È infatti composta da circa 370 membri (tra permanenti e supplenti), scelti non solo tra i rappresentanti del Congresso ma anche tra gli esponenti di ministeri e imprese di Stato. La commissione disciplinare è invece l'organo che assicura l'applicazione delle rigide regole del partito, dando la caccia a corrotti e non ortodossi. È composta da 120 membri, anche se il vero potere è detenuto dai 20 che costituiscono il comitato permanente della commissione. Infine, il Congresso ha il compito di approvare alcune decisioni su norme fondamentali per il partito e il Paese, come le modifiche costituzionali. Tuo Zhen, il portavoce del Congresso, ha confermato che ci saranno dei correttivi, indicati dal leader Xi Jinping.
Gli altri organi del partito
Al termine del Congresso si riunisce per la prima volta il nuovo comitato centrale. E, almeno formalmente, definisce la composizione delle altre strutture di vertice: l'ufficio politico (detto Politburo), un organismo a base molto più ristretta (fino a 25 membri) che supervisiona il partito; il comitato permanente del Politburo, il vero centro di comando del partito, composto da un massimo di 9 membri; il segretario generale, ossia il gran capo del partito del Paese. La rielezione di Xi Jinping, che ricopre la carica dal 2012, sembra scontata. Ma il termine del suo primo mandato è comunque un elemento decisivo. Nel 2007, Hu Jintao indicò Xi Jinping come suo successore, cedendogli poi la guida del partito cinque anni dopo. Se l'attuale leader non dovesse suggerire un erede, è possibile che punti ad andare oltre il limite dei due mandati. Se è certa la conferma di Xi, 64enne, si attende un forte ricambio generazionale: cinque membri del comitato centrale su 7 hanno più di 67 anni e, come da consuetudine, si ritireranno dalla vita pubblica.
I temi del 19esimo Congresso
Il primo tema riguarda l'alleviamento della povertà. Xi Jinping ha posto come obiettivo “del secolo” la costruzione di una “società moderatamente prospera” entro il 2020, così da trovarsi nel 2021 - centenario della fondazione del partito - con l'obiettivo realizzato. L'altro grande obiettivo è, secondo le parole del Quotidiano del Popolo, organo di stampa comunista, costruire la “società armoniosa”, delineato già nel XVII Congresso e che ha come orizzonte il 2049, anniversario numero 100 della fondazione della Repubblica popolare cinese. Questi due obiettivi sono la sostanza della nozione di “sogno cinese” cavalcata dal segretario Xi.
Gli altri partiti
Formalmente in Cina esistono partiti non comunisti. Ma sono limitati, per usare le parole della Xinhua, l'agenzia giornalistica di Stato, a un ruolo consultivo. Per il giornale di stato non è una mancanza di libertà ma un pregio: “Mentre le crisi e il caos esplodono nella liberal-democrazia occidentale, può essere istruttivo esaminare la democrazia cinese. Diversamente dalla politica competitiva e basata sul confronto della politica occidentale, il Pcc e i partiti non comunisti cooperano l'uno con l'altro, lavorando assieme per l'avanzamento del socialismo e impegnandosi per migliorare gli standard di vita del popolo".