Islanda, ingresso in Ue: il governo farà un referendum entro il 2027

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Il governo di centrosinistra è entrato in carica lo scorso sabato e ha già mosso i primi passi occupandosi di una questione particolarmente sentita in Islanda. In base ad un sondaggio, al momento si attesta al 54% la percentuale degli islandesi favorevole all’ingresso nell’Unione

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Il nuovo governo dell’Islanda ha inserito nel proprio programma l’organizzazione di un referendum sull’ingresso nell’Unione Europea entro il 2027. E' molto rilevante che il nuovo governo di centrosinistra abbia promesso il voto, ridando speranza e concretezza ad una questione di cui in nel Paese si discute ciclicamente. In Islanda non c’è un consenso netto su questo tema: secondo gli ultimi sondaggi, realizzati a giugno di quest’anno, solo il 54% degli islandesi oggi approverebbe l’ingresso nell’Unione. È comunque una percentuale maggiore rispetto al passato, dal momento che poco più di dieci anni fa era data attorno al 25%. Inoltre, la grande maggioranza degli islandesi - il 74% - dice di essere d’accordo con l’idea di porre la questione in un referendum, a prescindere da cosa voterebbe. Nonostante non sia mai entrato nell’Unione, il Paese è comunque già molto integrato con l’eurozona: fa parte dell’area Schengen, dell’Associazione europea di libero scambio e dell’accordo di Dublino sull’accoglienza delle richieste di asilo.

Il primo tentativo

L’Islanda fece domanda per entrare nell’Unione Europea per la prima volta nel luglio del 2009, poco dopo la crisi finanziaria globale che nel Paese causò il crollo della corona e una gravissima recessione. All’epoca, il governo di centrosinistra riteneva che l’ingresso nell’Unione e soprattutto l’adozione dell’euro, potesse essere un modo per facilitare la fine della crisi economica. Meno di un anno dopo cominciarono i negoziati formali, che nel maggio del 2013 portarono al raggiungimento di un accordo su circa un terzo delle questioni. I negoziati vennero messi in pausa in seguito alle elezioni del 2013, che avevano portato all’insediamento di un nuovo governo formato da due partiti conservatori ed euroscettici. A marzo del 2015 l’Islanda annunciò di aver formalmente ritirato la sua domanda.

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I pro

Gli argomenti a favore dell’ingresso nell’Unione riguardano l’economia. Nel febbraio del 2023, l’inflazione in Islanda aveva superato il 10% e oggi è ancora poco inferiore al 5%. La riduzione del costo della vita è stata inserita tra gli obiettivi principali del nuovo governo e, secondo alcuni, far parte dell’Unione Europea garantirebbe un vantaggio per il commercio islandese, mentre l’adozione dell’euro una minore volatilità del cambio.

I contro

Una delle questioni più problematiche e più divisive, potrebbe riguardare le conseguenze che l’ingresso nell’Unione Europea avrebbe sull’immigrazione. Durante l’ultima campagna elettorale è stato un tema molto discusso, anche perché nell’ultimo periodo il numero di persone straniere nel Paese è aumentato notevolmente. 

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