Dopo la Brexit, attualmente l’Ue è composta da 27 Paesi, di cui 20 fanno parte dell’Eurozona, cioè l'area in cui è stato adottato l'euro come moneta unica
Dal 1958, quando nacque la Comunità economica europea (CEE), a oggi, l’Unione Europea ha cambiato il suo assetto e allargato il proprio territorio. Nata con l’idea di creare un’unione economica e politica tra gli Stati che ne entrano a far parte, l’Ue oggi conta 27 Paesi membri, dopo l'addio del Regno Unito in seguito alla Brexit (avvenuta ufficialmente il 31 gennaio 2020). Non tutte le nazioni, però, fanno parte dell’Eurozona, l’area nella quale la valuta nazionale utilizzata è l’euro. Dei 27, solo 20 hanno adottato la moneta europea, mentre gli altri, a eccezione della Danimarca che dispone di una particolare clausola di non partecipazione, si sono impegnati a entrare nell’area euro non appena ottenuti i requisiti “di convergenza”.
La formazione dell’Unione Europea
I primi passi verso la formazione dell’Ue, come si legge sul sito della Commisssione europea, risalgono al 1958, quando 6 Paesi europei decisero di cooperare, in particolare in ambito economico, creando la CEE. Il 25 marzo 1957, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi, firmarono il Trattato di Roma che diede vita, a partire dall'1 gennaio dell’anno successivo, alla Comunità economica europea. Nel corso degli anni, l’organizzazione si allargò ad altri Stati e ampliò il campo delle sue competenze anche all’ambito politico fino a modificare il nome in Unione europea, con il Trattato di Maastricht nel 1993, e a introdurre la moneta unica nel 1999. Quando l’euro fu adottato come “valuta scritturale”, l'1 gennaio 1999, dell’Ue facevano parte 15 Paesi, di cui 11 convertirono la propria moneta nazionale in quella europea. Ma solo il 3 maggio 2002 l’euro divenne la valuta ufficiale dei Paesi dell’Unione monetaria europea.
Gli allargamenti Ue
Tra il 1958 e il 1995 entrarono a far parte dell’Ue altri 9 Paesi: Danimarca, Regno Unito e Irlanda nel 1973, la Grecia nel 1981, Portogallo e Spagna nel 1986, Austria, Finlandia e Svezia nel 1995. Per questo motivo, nel 1999 quando nacque la moneta unica, la Comunità europea da 6 era passata già a 15 membri. Nel 2004, poi, il territorio dell’Unione si allargò ulteriormente ad altri 10 Stati: Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Fino a introdurre nel 2007 altre due nazioni, Bulgaria e Romania, e nel 2013, la Croazia, con la quale l’Ue ha raggiunto il numero di 28 Paesi membri. Il Regno Unito nel 2016 ha effettuato un referendum per l’uscita dall’Ue, avviando poi la procedura formale di ritiro. Londra ha lasciato ufficialmente l'Unione europea il 31 gennaio 2020 (e l'Ue è tornata a 27). Ci sono poi 8 Paesi che sono riconosciuti come candidati per l’adesione: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia, Ucraina, Moldavia, Bosnia-Erzegovina. Il 21 marzo 2024, il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina, step che avvicina Sarajevo all'ingresso.
vedi anche
Ue, via libera a negoziati di adesione con Bosnia. Chigi: "Storico"
Stati che hanno adottato l’Euro
Di tutte le nazioni dell’Unione europea, bisogna fare una distinzione tra quelle che hanno adottato l’euro e quelle che utilizzano ancora la propria valuta nazionale. Per questo motivo, l’area dell’Ue è diversa dall’Eurozona, termine che indica i territori nei quali viene utilizzato l’euro. Attualmente, dei 27 Stati membri solo 20 hanno adottato la valuta unica europea: Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Come aderire all’area euro
A eccezione della Danimarca, che dispone di clausole di non partecipazione, chiamate opt-out ovvero “rinuncia” o “deroga”, stabilite con appositi protocolli attraverso i quali un Paese concorda di non partecipare a una parte della legislazione o dei trattati dell'Unione europea, salvo poter decidere di aderire in futuro, tutti gli Stati membri sono tenuti ad adottare la moneta comune ed entrare a far parte dell'area dell'euro una volta soddisfatti i criteri di “convergenza”, ossia condizioni economiche e giuridiche che sono state concordate nel Trattato di Maastricht.
Gli Stati che devono adottare l’Euro
Attualmente, la Svezia è ancora fuori dall’Eurozona insieme ad alcuni Stati membri che hanno aderito all’Unione dopo l’introduzione dell’euro nel 2002. Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria , Polonia, Romania e Svezia si sono infatti impegnate a entrare a far parte dell’area euro non appena rispetteranno i criteri di ammissione e, per il momento, sono considerati Stati membri con una “deroga”.
vedi anche
L'Euro compie 25 anni, la storia della moneta unica europea
La zona euro
L’Eurozona si distingue infatti dalle altre aree dell’Ue per la sua gestione economica. Il sito della Commissione europea spiega che la politica monetaria nella zona euro è di competenza dell’Eurosistema, un organismo indipendente composto dalla Banca centrale europea (Bce), con sede a Francoforte, in Germania, e dalle banche centrali nazionali degli Stati membri dell’Eurozona. La Bce definisce la sua politica monetaria attraverso il Consiglio direttivo e con l’obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi. I governi nazionali, anche se mantengono la competenza della propria politica economica, devono coordinarla affinché siano rispettati gli obiettivi comuni di stabilità, crescita e occupazione. Il coordinamento viene realizzato attraverso una serie di strutture e strumenti, per esempio il patto di stabilità che prevede regole concordate per la disciplina di bilancio, come i limiti del disavanzo e del debito nazionale che, se non rispettati, possono portare a sanzioni anche di tipo finanziario. L'attuazione della gestione economica dell’Ue è organizzata ogni anno in un doppio ciclo chiamato "semestre europeo”.
Il processo decisionale dell’Ue
Le decisioni più importanti dell’Unione europea, invece, vengono prese attraverso tre principali istituzioni: il Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini e viene eletto direttamente da questi, la Commissione europea, che rappresenta gli interessi dell’Europa e i cui membri sono nominati dai governi nazionali, e il Consiglio dell’Ue, che fissa le priorità generali dell’Unione e rappresenta i governi dei singoli Stati membri. A queste si aggiungono, poi, la Corte di Giustizia, che fa rispettare il diritto europeo e la Corte dei conti che verifica il finanziamento dell’attività dell’Ue.
Lo spazio Schengen
Uno dei maggiori risultati raggiunti dall’Unione europea è la creazione dello “spazio Schengen”, un’area senza frontiere interne nella quale i cittadini Ue, molti cittadini di Paesi terzi, chi viaggia per affari o turismo possono circolare liberamente senza essere sottoposti ai controlli di frontiera. Attualmente lo spazio Schengen comprende quasi tutti i Paesi dell’Unione, a eccezione di Irlanda, Cipro, Bulgaria, Romania. Invece hanno firmato gli accordi alcuni Stati che non fanno parte dell'Ue come Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera. A questi si aggiungono Principato di Monaco, San Marino e Vaticano.