
Un anno di guerra in Ucraina, cosa sappiamo oggi di Vladimir Putin. FOTO
Tra il 23 e il 24 febbraio 2022 il presidente russo dà l’ordine di invadere l'Ucraina. Da quando il capo del Cremlino annunciò l’avvio “dell’operazione militare speciale” sono morte decine di migliaia di persone. Tra minacce alla Nato, presunta malattia dello “zar”, veri e propri massacri e l’isolamento internazionale di Mosca: come è cambiata la posizione di Putin in 365 giorni

Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022, pochi minuti prima delle 5, il presidente russo Vladimir Putin annuncia l'inizio "di un'operazione militare speciale" per "demilitarizzare e denazificare" l'Ucraina. Questa è la data che ha dato inizio alla guerra e, in un anno, ha cambiato gli equilibri internazionali. Partono le prime sanzioni Ue a Mosca, volte a indebolire la capacità economica del Paese e affossare la figura dello “zar”
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Il 3 marzo, l’esercito di Putin conquista Mariuopol ma non riesce ad arrivare a Kiev. Il 2 aprile le forze russe abbandonano Bucha, città a nord-ovest di Kiev, lasciandosi alle spalle le prove di un vero e proprio massacro. Questa giornata è un’altra data fondamentale che segna ancor di più una divisione tra la Russia, in particolare il presidente Vladimir Putin, e tutto l’Occidente
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L’Ue e gli Usa rispondono rendendo ancora più severe le sanzioni alla Russia e andando a colpire gli oligarchi, così da indebolire il cerchio degli uomini più potenti e fidati del presidente russo. Ma non basta, Putin resta fermo nella sua posizione e continua gli attacchi, in particolare concentrandosi sul Donbass e la Crimea. Al massimo della sua espansione, l’esercito russo arriva a controllare il 27% dell’Ucraina
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Oggi, dopo 365 giorni, Mosca occupa tra il 15% e il 20%, dopo essersi dovuta ritirare alla fine dell'estate dalla regione di Kharkiv e poi, a novembre, da parte di quella di Kherson. In un anno Putin è riuscito a occupare l'intera costa del Mar d'Azov, che collega il Donbass con la Crimea. Ma buona parte dei territori di queste province sfuggono ancora al suo controllo. Per conquistare le intere province di Donetsk e Lugansk saranno necessari ancora "tra un anno e mezzo e due anni", ha predetto Yevgeny Prigozhin, capo della milizia privata Wagner
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Il presidente russo sembra quindi prepararsi a un conflitto di lunga durata. Ma quanto gli è costato finora? Secondo un calcolo di Bloomberg, il Pil russo avrà un buco di 190 miliardi di dollari entro il 2026. Un brutto colpo per Putin che si era posto come obiettivo di portare l’economia russa tra le prime cinque del mondo
Alla sconfitta economica, sembra aggiungersi una sconfitta politica. A oggi Putin ha all’attivo l’annessione di alcune importanti città situate in due strisce di terra, ma sono territori insicuri e in permanente stato di guerra. Conquiste che testimoniano un ripiegamento degli obiettivi iniziali e che non pareggiano i conti con le ingenti perdite militari, umane e politiche

Intanto, in 365 giorni si sono rincorse voci su presunte malattie del leader del Cremlino. A marzo 2022, poco dopo lo scoppio della guerra, media stranieri riportavano di gonfiore del viso, dolori alla schiena e incontrollabili attacchi di tosse di Putin che sarebbe potuto essere malato di Parkinson e cancro

Nel corso dei mesi si è poi ipotizzato che al presidente russo fosse stato diagnosticato un cancro al pancreas. A gennaio 2023 si parlava di sindrome di Cushing, una malattia che produce anche problemi neuropsicologici, tra cui insonnia, depressione e perdita di memoria, labilità emotiva. A febbraio 2023 torna in auge la teoria del morbo di Parkinson a causa di un presunto disagio di Putin davanti alle telecamere con movimenti inconsueti delle gambe

In ogni caso, dal culto dell’immagine e della personalità che, agli occhi dei russi e del mondo prima del 24 febbraio 2023, aveva costruito un’idea di leader forte e capace di trainare il Paese verso successi economici, politici e strategici, con la guerra in Ucraina, la figura di Putin si sgretola e perde popolarità tra i cittadini russi a causa delle sconfitte subite da Kiev

Sul presidente russo e i suoi obiettivi circolano due teorie: la prima è che, dal 1999 quando salì a potere, l’idea dello “zar” sia sempre stata di riportare la Russia a essere la grande potenza dell’era sovietica, anche a costo di eliminare le libertà democratiche degli ultimi decenni e di uno scontro con l’Occidente

La seconda teoria ipotizza invece che Putin sia diventato il presidente autoritario ed espansionista soltanto nel corso degli ultimi decenni, e dopo alcuni eventi specifici. In ogni caso, l’invasione in Ucraina non ha portato i risultati sperati. Il suo regime è attualmente isolato a livello internazionale e l’economia russa rischia nei prossimi anni un grave tracollo a causa delle sanzioni occidentali

Sebbene il presidente russo goda ancora di un vasto consenso in patria, oggi alimentato proprio dalla propaganda bellicosa e nazionalista, la sua posizione a un anno dall’invasione dell’Ucraina è diventata sempre più fragile e isolata
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