Matteo Salvini, tutti gli scontri con governi e ministri stranieri

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Il leader della Lega è stato spesso al centro di battibecchi: dalla lite con l’eurodeputato Marc Tarabella, che lo ha accusato di essere un "fannullone", fino al diverbio con il ministro del Lussemburgo Asselborn

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha litigato con il responsabile degli Esteri e degli Affari europei del Lussemburgo Jean Asselborn: un battibecco con al centro il tema migranti, che ha visto il lussemburghese fare il verso a Salvini e lasciarsi andare a un’espressione colorita. Ma questo è solo uno degli ultimi scontri che hanno visto contrapposti il leader della Lega e ministri, governi e istituzioni straniere. Diverbi che hanno accompagnato la carriera politica di Salvini fin da quando sedeva come europarlamentare a Strasburgo.

Le accuse da eurodeputato: "Sei un fannullone"

Proprio nell’Aula di Strasburgo Salvini è oggetto, nel 2014, di dure critiche da parte dell'eurodeputato socialista Marc Tarabella, belga di origine italiana e relatore di una direttiva sugli appalti pubblici. Dopo le osservazioni del deputato leghista sul provvedimento, Tarabella si scaglia contro il suo assenteismo: "È una vergogna sentirla in Aula. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato con gli altri correlatori ma lei non l'abbiamo mai vista. Sei un fannullone".

Le polemiche con Oettinger: "Senza vergogna"

A pochi giorni dalla formazione del governo Conte, il 29 maggio 2018, Salvini è poi protagonista di uno scontro con il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger (TUTTE LE GAFFE DI OETTINGER), su cui si solleva una bufera per una frase - "I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto" - attribuitagli dal giornalista Thomas Riegert e poi rettificata. Dura la replica di Salvini: "Pazzesco, in Europa sono senza vergogna". Salvini chiede quindi in diretta Fb le dimissioni di "chi insulta il mio popolo".

La crisi diplomatica con la Tunisia

Un commento di Salvini sancisce anche la prima crisi diplomatica dell’esecutivo gialloverde. "La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti", dichiara il 3 giugno 2018. Parole queste che non vengono apprezzate dalla Tunisia che convoca l'ambasciatore italiano Lorenzo Fanara, per esprimergli "la profonda sorpresa per le dichiarazioni" di Salvini, "che non riflettono il livello di cooperazione tra i due Paesi nella lotta all'immigrazione irregolare". "Dichiarazioni riportate fuori contesto", le scuse del Viminale.

Il ministro spagnolo Borrell: "Politica di Salvini brutale"

A inizio agosto 2018 critiche per l’operato di Salvini arrivano anche dal neo ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell. Secondo Borrell, Salvini è fautore di "una politica che danneggia non soltanto la Spagna, ma tutta l'Ue perché lede l'idea europea", afferma sottolineando di non avere contatti con il governo italiano e definendo "brutale" la strategia di isolamento perseguita da Roma. "Non rispondiamo a insulti da parte di governi e ministri favorevoli a un'immigrazione fuori controllo. Noi ci teniamo alla sicurezza, alla cultura ed all'identità dei popoli europei", la risposta del titolare del ministero dell'Interno.

Gli scontri con Macron e Moscovici

Lo scontro più duro in Europa si consuma con il presidente francese Emmanuel Macron. Salvini, a margine dell’incontro con il premier ungherese Viktor Orban del 28 agosto 2018, critica il capo dell’Eliseo: "Macron passa il suo tempo a dare lezioni a governi stranieri ed è il primo a dover mostrare sensibilità e solidarietà riaprendo il confine di Ventimiglia". La replica del presidente francese non si è fatta attendere: "Non cederò niente ai nazionalisti e a quelli che predicano odio. Se hanno voluto vedere nella mia persona il loro principale avversario, hanno ragione". A inizio settembre 2018, Salvini se la prende poi con Moscovici, che si dice preoccupato per l'avanzata dei populisti in Europa: "Oggi come negli anni '30", in giro ci sono "dei piccoli Mussolini". "Si sciacqui la bocca prima di insultare", risponde il leader leghista.

Lo "sconcerto" dell'Unione Africana

Nel settembre 2018 un nuovo attacco a Salvini arriva dall'Unione Africana, che esprime “sconcerto” per alcune frasi pronunciate dal vicepremier italiano. L’organizzazione sostiene che il ministro dell’Interno, “nella conferenza a Vienna, abbia paragonato gli immigrati africani agli schiavi" e in un comunicato chiede che Salvini ritiri “la sua sprezzante affermazione". Già nei giorni precedenti, però, il ministro aveva precisato il senso della sua frase, spiegando di non aver mai definito schiavi i migranti. “Come è facilmente verificabile dai numerosi video, Salvini non ha mai insultato gli africani, ma anzi ha censurato l'idea di farli arrivare in Europa per costringerli a lavorare e/o a vivere in condizioni così degradate da ricordare, appunto, la schiavitù”, aveva fatto sapere in una nota l'ufficio stampa del leader leghista.

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