
Turchia: chi è Kemal Kılıçdaroğlu, il “Gandhi turco” che ha perso ballottaggio con Erdogan
Il candidato del partito kemalista era in vantaggio nei sondaggi e si pensava potesse surclassare il presidente uscente, dominus della politica nazionale negli ultimi vent’anni. Invece ha perso il ballottaggio del 28 maggio 2023 fermandosi al 47,9%. Musulmano alevita, più vicino all’Occidente che a Mosca e noto per il gesto del cuore: ecco chi è il personaggio che ha sfidato Erdogan ed è stato paragonato a Gandhi

Il "Gandhi turco" aveva la possibilità di spodestare il Sultano. Le elezioni del 14 maggio 2023 in Turchia - e poi il ballottaggio del 28 maggio - potevano segnare un pezzo di storia importante dell’ultimo ventennio del Paese: Recep Tayyip Erdogan era per la prima volta sfavorito e rischiava di perdere la poltrona a favore di Kemal Kılıçdaroğlu, leader del partito laico e di centrosinistra Chp, fondato dal padre della Turchia moderna Mustafa Kemal Ataturk. Invece, Erdogan è stato riconfermato per un terzo mandato (in foto, Kılıçdaroğlu sulla tomba di Ataturk)
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IL PERSONAGGIO – Ma chi è Kılıçdaroğlu? Il politico turco, 74 anni, è un uomo che già da tempo occupa la scena politica nazionale, sebbene sia a capo del Chp soltanto dal 2010. Un periodo di guida piuttosto lungo, ben 13 anni, che però si ricorda soprattutto per l’ultimo periodo: il suo soprannome, “Gandhi turco”, deriva dalla famosa “Marcia per la Giustizia" del 2017 (in foto), 450 km a piedi da Ankara a Istanbul per denunciare la condanna per spionaggio di un parlamentare Chp e conclusasi con una grande adunata in città
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L’ETNIA – Un peso non indifferente lo ha anche la provenienza del capo dell’opposizione a Erdogan: Kılıçdaroğlu è infatti cresciuto in una famiglia musulmana alevita, una minoranza che osserva riti e regole diverse rispetto a quelli dell'Islam tradizionale e che è spesso vittima di discriminazioni e massacri. Per questo uno dei momenti topici è stato il racconto da parte del candidato della propria provenienza: Kılıçdaroğlu aveva promesso, in caso di elezione, che avrebbe messo fine alle discriminazioni e ai "contenziosi confessionali"
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L’ECONOMIA IN CUCINA – Altri momenti importanti della campagna elettorale sono stati i video che Kılıçdaroğlu ha girato nella propria cucina di casa: è qui infatti che il capo dell’opposizione ha cercato di spiegare ai propri follower l’economia e i danni dell’inflazione, che in Turchia ha raggiunto il 112,51% nei dodici mesi tra aprile 2022 e aprile 2023. In uno di questi video è apparso con una cipolla in mano, avvertendo che i prezzi continueranno a salire con Erdogan al potere. "Ora, un chilo costa 30 lire. Se resta costerà 100 lire", aveva detto
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GLI INIZI - La calma e il contegno sono tra le caratteristiche principali di questo politico di 74 anni, gli ultimi venti in partiti di opposizione all'attuale capo di Stato turco. Dopo una brillante carriera da studente di economia Kılıçdaroğlu lavorò a lungo al ministero delle Finanze per poi diventare direttore dell'Istituto turco per la previdenza sociale

L’INGRESSO IN POLITICA - Lasciò nel 1999 per tuffarsi in politica con una formazione di centrosinistra, e nel 2002 fu eletto deputato con il Chp, il maggior partito di opposizione in parlamento, di area nazionalista e fermamente laico. È lo stesso anno della prima vittoria alle elezioni del partito Akp di Erdogan, che l'anno successivo diventò premier, inaugurando una stagione ventennale alla guida dei governi di Ankara che dura tuttora (in foto un incontro del 2010)

LARGA COALIZIONE – Sin dalla sua elezione come capo dell’opposizione Kılıçdaroğlu ha sempre cercato di formare una coalizione larga, imprimendo una svolta socialdemocratica al Chp: se nel 2014 non gli riesce l’alleanza con gli ultranazionalisti di Mhp, da fine 2015 in coalizione con Erdogan, miglior sorte la ottiene in anni recenti, riuscendo a convogliare partiti islamisti e anche i filocurdi dello Ysp a votare per lui. "Le nostre identità sono le risorse che ci rendono ciò che siamo", ha dichiarato

LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA – Il gruppo però risulta essere piuttosto composito e con parecchi soggetti dalle visioni anche distanti. Per questo, al fine di salvaguardare l’unità del gruppo, i sindaci di Istanbul e Ankara, esponenti dell'opposizione a Erdogan e personaggi in vista della politica turca, vengono nominati suoi vice (in foto sul palco insieme alla moglie di Kilicdaroglu)

POLITICA ESTERA – Kılıçdaroğlu ci ha tenuto a sottolinearlo in campagna elettorale: “Noi siamo diversi da Erdogan, siamo come il bianco e il nero”. Un principio valido anche in politica estera: il cartello delle opposizioni ha scelto una linea kemalista, più vicina all'Europa che al Cremlino. “Vogliamo entrare nel mondo civilizzato, desideriamo media liberi e una magistratura indipendente”, ha dichiarato il candidato. Un modo per distanziarsi anche dai russi, accusati di aver tentato di manipolare l’informazione sul web

I SIRIANI - Oltre alle promesse di una nuova alba socialdemocratica, le politiche su cui Kılıçdaroğlu è stato più esplicito includono l'impegno a deportare milioni di rifugiati siriani e afghani che vivono in Turchia. Alla domanda sul modo in cui questa promessa si concili con la possibile adesione all'Ue, Kılıçdaroğlu ha affermato di poter contare sul sostegno dell'UE e anche delle Nazioni Unite. “Non pensiamo sia razzismo. Quando saliremo al potere, ci siederemo e parleremo con l'amministrazione legittima in Siria e troveremo una soluzione", ha affermato

L’EMOJI – Il rapporto tra il candidato e la folla, soprattutto i più giovani, che spesso non ricordano altro leader al di fuori di Erdogan, è dato dal segno che Kılıçdaroğlu fa con le mani in ogni comizio: rappresenta un cuore, che mostra in ogni occasione e che i suoi elettori mostrano durante tutti gli incontri

LA SCONFITTA – Nelle elezioni del 2023 sembra che Kılıçdaroğlu possa superare Erdogan: lo sfidante arriva al primo turno del 14 maggio avanti nei sondaggi. Quel giorno, il presidente uscente conquista il 49,5% dei consensi e Kılıçdaroğlu quasi il 45%. Al ballottaggio del 28 maggio vince Erdogan: ottiene il 52% dei voti, mentre lo sfidante si ferma al 47,9%. È comunque un risultato storico: per la prima volta dopo 20 anni, un candidato è riuscito a incrinare il potere incontrastato del Sultano
I risultati del primo turno