Elezioni Turchia, ballottaggio il 28 maggio. Erdogan in testa, Kiliçdaroglu: "Una farsa"
MondoPer la prima volta in 20 anni il Paese vedrà un secondo turno del voto presidenziale: il “Sultano” non ha raggiunto il 50% (si è fermato al 49,51%) ma si è confermato nelle campagne e nei suoi feudi centrali e la sua coalizione ha la maggioranza in Parlamento. Lo sfidante, leader del partito laico di centrosinistra Chp, ha trionfato in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda. In tutto ha ottenuto il 44,89%
La Turchia è in bilico dopo 20 anni di Erdogan al potere. Al primo turno delle elezioni presidenziali che si sono svolte nel Paese domenica 14 maggio, il presidente in carica non ha raggiunto il 50% dei voti necessario per essere eletto e andrà quindi al ballottaggio, il 28 maggio, con lo sfidante Kemal Kiliçdaroglu che ha parlato di "una farsa". Erdogan ha raccolto il 49,51% dei voti mentre Kiliçdaroglu il 44,89%. A confermare ufficialmente il ballottaggio è il Consiglio elettorale di Ankara Ysk, come ha fatto sapere il suo presidente, Ahmet Yener. Gli altri due candidati, Sinan Ogan e Muharrem Ince, hanno ottenuto rispettivamente il 5,17% e lo 0,44%.
Erdogan: "Rispetterò il ballottaggio"
Nella notte Erdogan ha dichiarato di essere "chiaramente in testa" alle elezioni presidenziali, ma ha riconosciuto "rispetterà" l'esito di un secondo turno. "Anche se i risultati non sono ancora stati pubblicati, siamo chiaramente in testa", ha detto a una marea di sostenitori riuniti nel cuore della notte ad Ankara: "Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime".
Kiliçdaroglu: "Al ballottaggio vinceremo noi"
Il ballottaggio" lo vinceremo assolutamente", ha detto Kiliçdaroglu nel cuore della notte ad Ankara, circondato dai rappresentanti dei sei partiti della sua coalizione. Il presidente uscente "Erdogan non è riuscito a ottenere il risultato che si aspettava nonostante tutti gli insulti" pronunciati contro il suo avversario, ha proseguito il candidato dell'opposizione. "La necessità di cambiamento nella società è superiore al 50%. Dobbiamo assolutamente vincere e instaurare la democrazia in questo Paese".
Erdogan ha ancora la maggioranza in Parlamento
Il presidente in carica può intanto già guardare con sicurezza a un buon risultato a livello parlamentare: la sua coalizione ha ottenuto la maggioranza dei deputati. Secondo i dati della tv di Stato Trt, non ancora definitivi ma con quasi la totalità delle schede scrutinate, l'Alleanza popolare formata dall'Akp di Erdogan e altri partiti di estrema destra e islamisti ottiene la maggioranza con 322 parlamentari su 600, numero tuttavia insufficiente per potere cambiare la Costituzione, per cui sono necessari 360 deputati. I partiti della principale coalizione di opposizione ottengono invece 212 parlamentari mentre l'Alleanza del lavoro della Libertà, formata dal Partito della Sinistra Verde (Ysp) di orientamento filocurdo e dal Partito dei lavoratori di sinistra, ottiene 66 deputati di cui 62 dello Ysp, che diventa il terzo partito più rappresentato nell'assemblea.
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Lo scrutinio
Il distacco tra i principali candidati è diminuito ora dopo ora. I primi dati a urne chiuse davano Erdogan intorno al 58%, ma l'opposizione sostiene che siano stati trasmessi inizialmente i voti delle zone storicamente più vicine al presidente. Kiliçdaroglu, leader del partito laico di centrosinistra Chp, ha trionfato nel sudest del Paese a maggioranza curda mentre Erdogan si è confermato nelle campagne e nei suoi feudi centrali. Nonostante lo svantaggio, l'opposizione ha sostenuto in diversi momenti di essere avanti, criticando pesantemente l'agenzia Anadolu, già accusata varie volte in passato di non rivelare i dati quando questi si presentavano sfavorevoli per Erdogan.
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L’affluenza
Certo è che i turchi sono andati in massa a votare con un'affluenza che ha sfiorato il 90% degli aventi diritto. Secondo il Consiglio elettorale supremo di Ankara, le operazioni di voto si sono svolte senza irregolarità. Lunghissime file si sono viste ai seggi di tutte le città, tra sostenitori di Erdogan convinti di rinnovare la fiducia al “Sultano” e oppositori per i quali il voto rappresentava "una questione di vita o di morte". Una conferma di Erdogan, secondo loro, metterebbe per sempre la parola fine all'indipendenza della magistratura, assesterebbe un colpo letale ai diritti umani e porterebbe la Turchia sull'orlo del baratro dal punto di vista economico. "Mi auguro che stasera ci siano benefici per la democrazia turca", aveva detto il presidente dopo avere votato nel quartiere Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul. Dopo essersi recato alle urne, dove si è presentato con sua moglie Emine distribuendo denaro in contanti a dei bambini, il presidente turco è partito alla volta di Ankara per seguire lo spoglio. "A tutti è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci. Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà e durerà per sempre", sono state invece le parole di Kiliçdaroglu che ha votato nella capitale.