“Junk - Armadi pieni”, docu-serie Sky-Will Media su impatto fast fashion. SESTA PUNTATA

Mondo

Sei puntate per un viaggio che in altrettanti Paesi esplora gli impatti del fast fashion sulle persone e sull’ambiente, attraverso le storie e le immagini di chi queste conseguenze le vive in prima persona. Si parte dal Chile, passando poi per Ghana, Indonesia, India e Italia. Con l’obiettivo di mostrare che il cambiamento è ancora possibile, e dipende anche da noi

Ormai da tanti anni si discute di moda sostenibile, ma qualcosa nel mondo sta veramente cambiando? Cerca di capirlo e raccontarlo Junk - Armadi pieni, la nuova docu-serie di Will Studio in co-produzione con Sky Italia. Un viaggio in sei Paesi che esplora gli impatti del fast fashion sulle persone e sull’ambiente attraverso le storie e le immagini di chi li vive in prima persona. L’obiettivo? Far capire che gli abiti che non indossiamo più possono avere una seconda vita e che il cambiamento è ancora possibile, dipende anche da noi.

Sei puntate in sei Paesi

Ogni puntata di Junk - Armadi pieni è dedicata a un Paese e a un tema diverso. Si parte dal Chile e dal Ghana, “discariche” tessili del mondo, per affrontare il tema degli scarti di indumenti. Poi l’Indonesia, dove la produzione di fibre artificiali mette a rischio la biodiversità, e l’India con la sua coltivazione del cotone stravolta dalla richiesta sempre più alta di materiale. Infine l’Italia, per mostrare alcuni problemi a noi vicini ma meno visibili di altri.

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La prima puntata (VIDEO)

Nel 2022 il Deserto dell’Atacama è stato al centro di social e stampa di tutto il mondo: una serie di video mostravano il deserto cileno inondato da vestiti usati provenienti dai mercati occidentali. Dopo appena qualche settimana però questa vicenda è passata in secondo piano. Quei vestiti sono ancora lì? E come ci sono arrivati? A un anno di distanza siamo andati in Chile a cercare di scoprire la vera storia di quei vestiti.

La seconda puntata (VIDEO)

Il Ghana è tra i più grandi importatori al mondo di vestiti di seconda mano. Ogni settimana nella capitale arrivano 15 milioni di capi usati - dal Nord del mondo - che vengono rimessi in vendita nel celebre mercato di Kantamanto. Quanti di questi vestiti però sono davvero in condizione di essere riutilizzati? Quelli che non lo sono, dove finiscono? E che impatto hanno sulla popolazione? Siamo andati ad Accra per trovare la risposta.

La terza puntata (VIDEO)

Il Bangladesh è il secondo produttore di vestiti al mondo. Un primato conquistato grazie alle scarse condizioni di lavoro, agli stipendi bassi e alla sistematica oppressione delle libertà fondamentali di milioni di persone impiegate dal settore tessile. Una situazione critica che il 24 aprile 2013 portò alla morte di 1.138 lavoratrici, schiacciate sotto le macerie di una fabbrica tessile collassata per la mancata manutenzione. A dieci anni da quella tragedia industriale, cosa è veramente cambiato? Oggi come vive chi produce i nostri vestiti? Siamo andati a Dhaka per capirlo.

La quarta puntata (VIDEO)

In che modo la produzione di una fibra tessile può compromettere la salute delle persone e la sopravvivenza di foreste millenarie e di migliaia di specie animali e vegetali? Per rispondere a questa domanda siamo andati in Indonesia, per scoprire come nasce la prima fibra artificiale della storia: il rayon (o viscosa). Un viaggio che inizia in Italia negli anni ‘20 del Secolo scorso quando in tutta la penisola sorgono distretti tessili dedicati alla produzione di quella che, allora, veniva comunemente chiamata "seta artificiale".

La quinta puntata (VIDEO)

Come nasce una classica maglietta in cotone? E soprattutto, qual è il suo reale costo? In questo episodio seguiamo le tracce della produzione di una t-shirt in ogni sua fase, attraversando l’India da nord a sud. Dai campi di cotone fino alle tintorie e agli impianti di riciclo, abbiamo scoperto che anche dietro il capo di abbigliamento più comune del nostro guardaroba si nasconde una verità complessa e insostenibile per ambiente e persone, definita dall’avidità di un sistema che esige da una pianta performance innaturali.

La sesta puntata (VIDEO)

Da decenni molte delle giacche e scarpe che compriamo vantano la qualità di essere idrorepellenti. Dietro questo miracolo della tecnica spesso c’è una sostanza che si chiama PFAS, la cui incredibile resistenza è allo stesso tempo la sua più grande virtù e disgrazia. In quest’ultima puntata Matteo Ward torna a casa sua, in Veneto, dove dagli anni 70’ ad oggi ha fatto base un grande produttore di PFAS. A distanza di decenni si è scoperto che gli scarti di produzione di questa sostanza abbiano avvelenato la seconda falda acquifera più grande d’Europa e le centinaia di migliaia di persone che ne consumavano l’acqua.

La docu-serie

Co-prodotta da Will Media e Sky, Junk - Armadi pieni racconta gli effetti del fast fashion, mostrando storie e immagini delle persone e degli ecosistemi che ne subiscono direttamente l’impatto negativo. Host e co-autore è Matteo Ward, imprenditore, divulgatore e attivista, che ha curato la ricerca dei contenuti scientifici della docu-serie, scritta e diretta da Olmo Parenti e Matteo Keffer di A Thing By. La docu-serie è disponibile da martedì 4 aprile con le prime due puntate sul canale YouTube di Sky Italia, on demand su Sky e su NOW. A partire da sabato 8 aprile la docu-serie viene proposta anche su Sky TG24.  

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