Antonio Costa, chi è il nuovo presidente del Consiglio Europeo

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Classe 1961, socialista, da presidente del Portogallo ha attuato un programma per rilanciare la capitale Lisbona e il Paese. Si è dimesso a novembre 2023 per alcuni scandali riguardanti il suo governo, per presunte irregolarità nelle concessioni relative a miniere di litio e progetti legati all'idrogeno verde

La passione per i puzzle tornerà utile ad Antonio Costa, ex premier portoghese e nuovo presidente del Consiglio europeo, che ora dovrà far fede alle sue migliori qualità, come pragmatismo e grande capacità negoziale, per riuscire a tenere insieme le sensibilità dei capi di Stato e di governo del Vecchio Continente. Classe 1961, socialista, Antonio Costa ha iniziato la sua carriera politica da giovanissimo, iscrivendosi a soli 14 anni nella Juventude Socialista, la giovanile del Partito socialista, quando il Portogallo aveva appena vissuto la Rivoluzione dei Garofani e il ritorno alla democrazia, dopo la dittatura dell’Estado Novo durata oltre 40 anni.

Le origini e gli inizi

Costa è figlio di uno scrittore militante comunista nato in Mozambico da genitori cattolici di Goa, antica colonia portoghese in India, e di Maria Antonia Palla, una delle prime giornaliste donne del Portogallo. Consigliere comunale di Lisbona nel 1983, nel 1993 viene candidato alle comunali di Loures, una cittadina nell'hinterland della capitale portoghese. Costa perde le elezioni per qualche decina di voti, ma è rimasta famosa una scelta che mostra il carattere pragmatico che lo ha sempre accompagnato in politica: organizza infatti una corsa tra un asino e una Ferrari lungo una delle vie principali di accesso alla città per dimostrare i problemi di collegamento con Lisbona. Il risultato è che a vincere è stato l'asino. La sconfitta non pregiudica però la carriera politica: nel 1995 entra nel governo di Antonio Guterres, oggi segretario generale dell'Onu, come sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Nel 2004 diventa eurodeputato e vicepresidente del Parlamento Europeo, per tornare l'anno dopo in patria, a fare il ministro dell'Interno del governo Socrates. Nel 2007 viene eletto sindaco di Lisbona, dove rimane in carica per otto anni rilanciando la città.

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Il sindaco di Lisbona Antonio Costa nel 2013 - ©Getty

Il rilancio del Portogallo

Diventa premier dopo le elezioni del 2015, ereditando un Paese che era stato salvato dal fallimento grazie ad un prestito di Ue, Fmi e Bce da 83 miliardi di euro e posto sotto sorveglianza post programma, perché non aveva ancora ripagato il debito. Evita lo scontro con l’Europa e decide di proseguire sulla strada degli investimenti, reintroducendo alcune delle tutele sociali abolite in precedenza, alzando stipendi e pensioni, ma non deviando mai dal rigore imposto dalla Troika. L'economia ne trae beneficio: il debito pubblico sul Pil di Lisbona nei suoi anni al governo scende dal 131,2% nel 2015 al 99,1% nel 2023 e la crescita media annua del Pil si attesta a un +1,2%. A novembre 2023 però Costa si dimette, dopo che un'inchiesta aveva colpito alcuni esponenti del suo governo per presunte irregolarità nelle concessioni relative a miniere di litio e progetti legati all'idrogeno verde. Un'indagine che però mostra alcuni errori, anche clamorosi, a partire dalla confusione che gli inquirenti hanno fatto tra il premier Costa e un suo ministro omonimo, il titolare del dicastero dell’Economia António Costa Silva. Lui comunque ha confermato le sue dimissioni, dichiarandosi ugualmente "estraneo ai fatti". Eppure, il suo consenso nel Paese resta praticamente intatto: alle recenti elezioni europee i socialisti hanno conquistato il 32,08% dei voti, risultando primo partito del Paese davanti all’Alleanza democratica del premier Luis Montenegro.

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