La Corea del Sud auspica che "le relazioni tra le due sponde dello Stretto si sviluppino pacificamente attraverso il dialogo e la cooperazione", proprio mentre, per il secondo giorno di fila, Pechino sta conducendo un'operazione di simulazione bellica
La Corea del Sud ha deciso di rivolgere un appello diretto affinché "pace e stabilità" prevalgano nello Stretto di Taiwan, proprio mentre la Cina sta conducendo, per il secondo giorno consecutivo, una serie di esercitazioni militari intorno all'isola con decine di aerei da combattimento e navi della marina. In questo senso, Seul auspica che "le relazioni tra le due sponde dello Stretto si sviluppino pacificamente attraverso il dialogo e la cooperazione". Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Park Il. "Continueremo a monitorare gli sviluppi correlati, dando priorità alla pace e alla stabilità nella penisola coreana e proseguendo gli sforzi diplomatici per promuovere i nostri interessi nazionali", ha aggiunto.
L'operazione cinese di simulazione bellica
Già nelle scorse ore Pechino si era affidata pure ad un video generato con l'intelligenza artificiale per accompagnare l'annuncio delle più vaste esercitazioni militari lanciate negli ultimi anni attorno a Taiwan, di cui rivendica la sovranità. Si tratta di un'operazione di simulazione bellica condotta con munizioni reali e descritta dalla stessa Cina come "giustificata e "necessaria" per "salvaguardare" l'unità nazionale del Paese, oltre che come un avvertimento per "le forze esterne" che sostengono l'isola. Nelle ultime manovre, battezzate "Justice Mission 2025", sono stati messi in campo mezzi navali, jet da combattimento, lancia-missili e velivoli senza pilota (Uav). "Diversi rami delle forze armate conducono attacchi congiunti per testare le loro capacità di azione coordinata", ha spiegato un portavoce militare, il colonnello Shi Yi. E intanto le autorità di Taipei hanno condannato queste esercitazioni, definendole "provocazioni irrazionali" e "intimidazioni" che "destabilizzano la pace regionale". Come spiegato dallo stesso Shi Yi, obiettivi dichiarati dell'operazione erano quelli di esercitare le capacità di "prontezza al combattimento mare-aria" e di "conquista della superiorità generale" sull'avversario taiwanese, così come di simulazione del "blocco di porti e aree chiave". Taipei, di contro, ha spiegato di aver rilevato 89 aerei militari cinesi e 28 imbarcazioni vicino all'isola, aggiungendo che le proprie forze armate erano state messe in "alto stato di allerta". Inoltre, ha avvertito che oltre 100.000 passeggeri sarebbero potuti essere interessati da disagi ai voli dovuti alle operazioni militari di Pechino.