Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt su X, sottolineando che la decisione è stata presa dal board dell'istituzione alla luce dell'"incredibile lavoro del presidente per salvare l’edificio”
Il Kennedy Center for the Performing Arts di Washington cambia nome: da oggi è il "Trump-Kennedy Center for the Performing Arts. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, sottolineando che la decisione è stata presa dal board dell'istituzione alla luce dell'"incredibile lavoro del presidente per salvare l’edificio”. Il Cda è presieduto dallo stesso Trump.
L’annuncio su X
"Sono appena stata informata che l'autorevole consiglio di amministrazione del Kennedy Center, composto da alcune delle personalità di maggior successo provenienti da ogni parte del mondo, ha appena votato all'unanimità per rinominare il Kennedy Center in Trump-Kennedy Center", ha scritto su X. La decisione, ha spiegato, è stata presa "in virtù dell'incredibile lavoro svolto dal Presidente Trump nell'ultimo anno per salvare l'edificio. Non solo dal punto di vista del restauro, ma anche finanziario e della sua reputazione. Congratulazioni al presidente Donald J. Trump e, analogamente, congratulazioni al presidente Kennedy, perché questa sarà una squadra davvero grandiosa per molto tempo! L'edificio raggiungerà senza dubbio nuovi livelli di successo e grandiosità”.
La storia del Kennedy Center
Si apre dunque ufficialmente un nuovo capitolo in chiave Maga per una delle istituzioni culturali più prestigiose degli Stati Uniti. Alla sua nascita, nel 1958, il centro doveva essere una vetrina della cultura americana. Un progetto bipartisan, sancito da una legge approvata dal Congresso e firmata dal presidente Dwight D. Eisenhower per creare un Centro Culturale Nazionale nella capitale, sulle rive del Potomac. I lavori partirono solo anni dopo. Nel novembre del 1962, John Fitzgerald Kennedy e la moglie lanciarono una raccolta fondi da 30 milioni di dollari, alla quale aderirono anche l’ex presidente Eisenhower e la moglie Mamie. Kennedy non vide la nascita del Centro. Due mesi dopo il suo assassinio, il 23 gennaio 1964, un atto del Congresso, convertito in legge dal presidente Lyndon B. Johnson, intitolò il National Cultural Center alla sua memoria. Fu un riconoscimento "all'attenzione del presidente Kennedy per l'avanzamento delle arti dello spettacolo negli Stati Uniti", si legge sul sito del Centro che da allora ha sempre ospitato spettacoli di alto livello ed è stato a lungo considerato un simbolo della cultura democratica. La sua missione statutaria comprende musica, opera, teatro, danza e altre arti provenienti dagli Stati Uniti e da altri Paesi, con l’obiettivo di garantire che il centro ospiti "programmi e politiche di educazione e sensibilizzazione" al "più alto livello di eccellenza e rifletta la diversità culturale degli Stati Uniti". Questo equilibrio è rimasto invariato fino al 20 gennaio, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Meno di un mese dopo, il 12 febbraio, Trump è stato eletto all’unanimità presidente del consiglio di amministrazione del Centro e ha avviato i lavori di ristrutturazione, inaugurando un nuovo corso anche in tema di contenuti, tanto che diversi artisti hanno rinunciato a esibirsi sul palco del Kennedy Center. A giugno, la sua presenza con Melania Trump alla prima di Les Misérables è stata accompagnata da fischi. Otto giorni fa il presidente ha voluto
presentare di persona la cerimonia per l'assegnazione dei prestigiosi Kennedy Center Honors, che andrà in onda sulla Cbs il 23 dicembre. I riconoscimenti, un tempo destinati ad artisti come Aretha Franklin o Plácido Domingo, sono andati quest’anno a figure dichiaratamente Maga, da Sylvester Stallone, al cantante country George Strait, dalla leggenda della disco-music Gloria Gaynor e alla rock band Kiss.