Sondaggio, il 51% degli italiani non crede alle nuove trattative sulla guerra in Ucraina
Secondo l’ultima rilevazione di YouTrend per Sky TG24, solo il 9% degli intervistati si aspetta un accordo di pace duraturo tra Kiev e Mosca. Il 17% ipotizza una tregua temporanea e il 10% teme un’escalation su scala più ampia. Inoltre, il 38% interromperebbe l’aiuto militare e finanziario, assumendo un atteggiamento neutrale
L'ESITO DELLE TRATTATIVE SULLA GUERRA IN UCRAINA
- Mentre le trattative sulla guerra in Ucraina continuano, ci si interroga su quali potrebbero essere gli esiti. Il 51% degli italiani prevede che la guerra proseguirà “in modo simile agli ultimi mesi”, mentre solo il 9% si attende un accordo di pace duraturo. Un ulteriore 17% ipotizza una tregua temporanea e il 10% teme un’escalation su scala più ampia. Sono i dati emersi dal sondaggio YouTrend per Sky TG24.
CESSIONE TERRITORIALE
- Le ipotesi di cessione territoriale restano impopolari. Sulla possibilità di concedere alla Russia i territori occupati nel Donbass e a Luhansk, il 47% si dice contrario e solo il 29% favorevole. L’opposizione è particolarmente netta tra gli elettori di Pd, Avs e centristi, mentre nel centrodestra e nel M5s la quota dei contrari resta prevalente ma più contenuta.
LA CRIMEA
- Sull’ipotesi di cedere la Crimea, la divisione l’opinione pubblica è più equilibrata: le percentuali dei contrari (42%) e dei favorevoli (35%) sono nettamente più vicine, con l’elettorato di centrodestra che ha una maggioranza di favorevoli alla cessione della penisola (48-36).
L'INGRESSO (O MENO) DELL'UCRAINA NELLA NATO
- Sulla rinuncia dell’Ucraina alla richiesta di entrare nella Nato, le opinioni sono molto frammentate: 39% favorevoli, 34% contrari e 27% senza opinione. Tra gli elettori di centrodestra e M5S prevalgono i favorevoli, mentre quelli del Pd sono divisi a metà e quelli centristi sono in netta maggioranza contrari.
RUOLO DELL'ITALIA NELLA NATO
- Solo il 7% degli italiani ritiene che l’Italia dovrebbe aumentare il proprio sostegno militare fino all’invio di truppe, mentre il 26% è favorevole a continuare a inviare armi e fondi. Il 17% limiterebbe il sostegno a soli aiuti economici, mentre la posizione più diffusa (38%) è quella di chi vorrebbe interrompere completamente l’aiuto militare e finanziario, assumendo una postura neutrale.
L'ORIENTAMENTO IN BASE ALL'ELETTORATO
- Rispetto a luglio 2023, quando era stata posta la stessa domanda, cala il sostegno all’invio di armi (-4 punti) e cresce l’area neutralista (+5). L’orientamento “neutrale” è forte soprattutto tra gli elettori M5s (47%), leghisti (69%) e astenuti (49%), mentre la maggioranza degli elettorati di FDI, PD, AVS e centristi ritengono che si debba proseguire sulla strada già tracciata e continuare a inviare fondi e armi all’Ucraina.
In grafica, l'orientamento dell'elettorato sulla posizione italiana rispetto alla guerra in Ucraina
LA NATO
- Nel dibattito acceso dopo l’intervista a Cavo Dragone, la maggioranza degli italiani si dice contraria a un atteggiamento più aggressivo della Nato: solo il 29% è d’accordo, il 52% contrario e il 19% non si esprime.
L'ORIENTAMENTO IN BASE ALL'ELETTORATO
- I due elettorati più possibilisti sono quelli di FdI (43% d’accordo, 49% in disaccordo) e dei partiti riformisti (46%-48%), mentre quelli più nettamente contrari sono quelli di AVS (23%-73%) e Lega (13%-83%).
FDI IN CALO, PD IN CRESCITA
- Passando alla politica italiana, invece, Fratelli d’Italia resta il primo partito ma scende al 27,8% (-0,7 punti rispetto al 3 novembre). Il Partito Democratico sale al 22,1% (+1,0) e riduce a meno di 6 punti il distacco da FdI. Il Movimento 5 Stelle è sostanzialmente stabile al 13,4% (-0,1), con un divario di circa 9 punti dal Pd.
GLI ALTRI PARTITI
- Nel resto dell’area progressista, Alleanza Verdi-Sinistra cresce al 7,7% (+0,2), PiùEuropa sale al 2,8% (+1,3), mentre Azione arretra al 3,9% (-0,9). Nel centrodestra la Lega (7,8%, -0,5) torna di poco davanti a Forza Italia (7,6%, -0,4). L’area degli astenuti e indecisi resta molto ampia ma in lieve calo, al 39,6% (-1,3).
FIDUCIA NEI LEADER E GIUDIZIO SUL GOVERNO
- Il giudizio sul governo peggiora: i giudizi positivi scendono al 29% (-3), mentre quelli negativi salgono al 62% (+3).
CALA LA FIDUCIA NELLA PREMIER
- La fiducia in Giorgia Meloni cala al 31% (-3) e quella in Elly Schlein cresce al 26% (+1), riducendo a 5 punti la distanza tra le due. Giuseppe Conte guadagna un punto (27%, +1), mentre Antonio Tajani perde due punti (25%, -2). Sergio Mattarella resta di gran lunga la figura più apprezzata, con il 61% di fiducia nonostante un calo di 2 punti.
GLI ALTRI LEADER
- Matteo Salvini guadagna due punti (23%, +2), Calenda invece segna un -2%. Stabile Renzi.
RIFORMA GIUSTIZIA
- Se si votasse oggi sul referendum per la riforma della Giustizia, il “Sì” alla sarebbe avanti di misura (53% contro il 47% di “No”) con affluenza stabile al 56%. Il vantaggio è in calo, rispetto al 56-44 di inizio novembre, ma i dati restano ancora molto fluidi. Il fronte del Sì è più compatto nel centrodestra (96-4), mentre il Campo Largo non è altrettanto compatto sul No (13-87): la causa è principalmente la spaccatura tra gli elettori centristi (43% sul Sì e 57% sul No, ma il 41% non si sbilancia ancora sulla possibilità di andare a votare).
PRIMARIE DEL CAMPO LARGO
- Fra gli elettori del Campo Largo c’è grande interesse per le possibili primarie per la premiership.
SCHLEIN, CONTE E SALIS APPAIATI
- Guardando i risultati, Schlein (31%), Conte (29%) e Silvia Salis (28%) sono praticamente appaiati, ben all’interno del margine di errore. Più staccati Decaro (9%) e Manfredi (3%).
GLI SCENARI
- In grafica, lo scenario se il candidato del campo largo indicato non si presentasse e sulle possibilità di voto per un altro.
NOTA METODOLOGICA
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 4 e il 5 dicembre 2025 su un campione di 805 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagate per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%.