Attacchi a "nave della droga" nei Caraibi, Pete Hegseth al centro delle polemiche

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Il segretario della Difesa degli Stati Uniti è stato accusato dai democratici (e anche da qualche repubblicano) di crimini di guerra dopo la notizia di un secondo raid effettuato il 2 settembre scorso contro una nave del cartello venezuelano allo scopo di uccidere tutti i sopravvissuti e affondare la nave. Le parole dell’ammiraglio Bradley, secondo il quale Hegseth non ha dato l’ordine, lo scagionerebbero ma sul segretario della Difesa ora pende anche lo scandalo delle chat Signal

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È polemica negli Usa sulla posizione di Pete Hegseth, il segretario della Difesa accusato di aver dato l’ordine di uccidere tutti i sopravvissuti rimasti a bordo dopo un attacco contro una cosiddetta nave della droga. Da settimane ormai l’amministrazione di Donald Trump ha intensificato il controllo nel mar dei Caraibi impiegando le forze militari statunitensi per colpire le imbarcazioni adibite al traffico della droga. I fatti che hanno messo al centro del ciclone Pete Hegseth risalgono allo scorso 2 settembre ma sono stati resi noti solo a fine novembre grazie a uno scoop del Washington Post. Secondo quanto ricostruito dal giornale, dopo un primo attacco contro un'imbarcazione sospettata di trasportare droga per i cartelli venezuelani, il segretario alla Difesa Usa ha ordinato un secondo raid per "uccidere tutti i sopravvissuti" e affondare la nave.

La versione di Hegseth

Pete Hegseth, dopo la notizia, non ha smentito che ci sia stato il secondo attacco ma non se n’è assunto la responsabilità affermando che, dopo il suo primo ordine, gli altri raid sono stati decisi dall'ammiraglio Frank Bradley nel "pieno rispetto delle leggi internazionali". Poi, durante una riunione del governo sull’argomento, Hegseth ha nuovamente ribadito la sua estraneità ai fatti prendendo però le difese dell’ammiraglio: "Non ero presente ma ha fatto bene, ha eliminato la minaccia". Tuttavia, questa la versione dei fatti non ha convinto del tutto né l’opinione pubblica né il mondo politico al punto che il Capo del Pentagono è stato accusato dai democratici e anche da qualche repubblicano di "crimini di guerra".

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Bradley scagiona Hegseth

Un caso controverso che vede la posizione di Hegseth sempre più in bilico anche se ieri, 4 dicembre, l’ammiraglio Frank Bradley potrebbe averlo scagionato. Durante la sua audizione alle commissioni di Camera e Senato, infatti, Bradley ha sostenuto che il segretario alla Difesa "non ha dato l'ordine di uccidere tutti" i sopravvissuti all'attacco contro una nave della droga. Lo ha riferito alla Cnn il deputato democratico Jim Himes dopo aver ascoltato la testimonianza dell'ammiraglio.

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Il caso chat Signal

Sull’argomento si è ovviamente espresso anche il numero uno della Casa Bianca, Donald Trump, che tramite la sua portavoce ha fatto sapere di sostenere il segretario Hegseth. La posizione del Capo del Pentagono, però, è ancora più in bilico dopo la pubblicazione del rapporto sullo scandalo delle chat su Signal: si tratta di un documento secondo il quale il Pete Hegseth, lo scorso marzo, avrebbe messo in pericolo le truppe americane e la loro missione condividendo informazioni militari sensibili sull’applicazione di messaggistica Signal. Il rapporto è stato pubblicato il 4 dicembre dall'ispettore generale del Pentagono: un’indagine di 84 pagine che contiene i messaggi con i piani per gli attacchi in Yemen mandati su Signal dal segretario Hegseth. Il rapporto, tuttavia, ha rilevato che le azioni di Hegseth rischiavano di mettere in pericolo i soldati ma non ha violato le norme governative sulle informazioni classificate.

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