Cavo Dragone: "Nato valuta attacco ibrido preventivo a Russia". Mosca: "Irresponsabile"

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"Essere più aggressivi rispetto alla nostra controparte potrebbe essere un'opzione", ma le questioni sono "il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?", ha sottolineato l'ammiraglio che presiede il comitato militare dell'Alleanza atlantica in un’intervista al FT. I membri Nato avevano "molti più limiti della nostra controparte". Ira di Mosca: "Vogliono escalation". Tajani: "Attacchi ibridi? Tema importante per Nato"

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La Nato sta valutando di essere "più aggressiva" nella risposta agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia. Lo ha detto l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell'Alleanza atlantica in un'intervista a Ft. "Stiamo studiando tutto - ha dichiarato - sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando". Dragone ha detto che un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato "un'azione difensiva" ma ha avvertito: "È più lontano dal nostro normale modo di pensare".

A stretto giro arriva la replica dura da parte di Mosca, con il ministro degli Esteri russo che tuona: "Un possibile attacco preventivo contro la Russia è uno passo estremamente irresponsabile. Una dichiarazione simile dimostra il desiderio di escalation".

Cavo Dragone: "Più aggressivi verso Mosca? Potrebbe essere una opzione"

"Essere più aggressivi rispetto alla nostra controparte - ha aggiunto - potrebbe essere un'opzione. [Le questioni sono] il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?". Cavo Dragone ha ammesso che la Nato e i suoi membri avevano "molti più limiti della nostra controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della nostra controparte". Alcuni diplomatici, in particolare quelli dei paesi dell'Europa orientale, hanno esortato la Nato a smettere di limitarsi a reagire e a contrattaccare. Una risposta di questo tipo sarebbe più facile nel caso degli attacchi informatici, dove molti paesi dispongono di capacità offensive, ma sarebbe meno facile nel caso di sabotaggi o intrusioni con droni. Cavo Dragone ha affermato che un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato "un'azione difensiva", ma ha aggiunto: "È più lontano dal nostro modo normale di pensare e di comportarci". Secondo Cavo Dragone, la Nato è riuscita a scoraggiare l'aggressione russa con la sua missione Baltic Sentry. "Dall'inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi - ha osservato - significa che questa deterrenza sta funzionando". 

Tajani: "Attacchi ibridi? Questione che deve seguire la Nato"

In merito all'ipotesi di attacchi preventivi della Nato contro la Russia per minacce ibride, il ministro del Esteri italiano Antonio Tajani spiega: "Si tratta di una questione che deve seguire la Nato, non tocca a noi. Sulla guerra ibrida certamente dobbiamo adottare delle contromisure. Anche la riforma del ministero degli Esteri prevede la realizzazione di una direzione generale della sicurezza, della sicurezza cibernetica", ha detto il ministro intervenendo alla celebrazione per i 75 anni dell'AGI e rispondendo a una domanda sull'intervista dell'ammiraglio Dragone al Financial Times. "Quindi anche noi siamo fortemente impegnati per garantire la sicurezza, la protezione dei dati, la sicurezza del nostro Paese, la sicurezza delle nostre ambasciate. La guerra ibrida è un tema fondamentale", ha aggiunto.

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