Gas Ucraina, impianti al collasso e rischio di inverno al gelo: come cambiano le forniture
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Alle porte del quarto inverno dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, nel febbraio 2022, l’Ucraina rischia di dover fare i conti, oltre che con l'inasprimento dei combattimenti, anche con l’incognita freddo.
Gli attacchi sferrati da Mosca sulle infrastrutture energetiche hanno messo in ginocchio gli impianti di estrazione del gas necessari per garantire il riscaldamento di abitazioni e fabbriche. Ecco in che modo Kiev prova a correre ai ripari
Quello che devi sapere
Perché Putin attacca il gas ucraino
Come riporta il New York Times in un reportage la Russia ha preso di mira pozzi, siti di stoccaggio, oleodotti e altri componenti critici necessari per la fornitura di gas in Ucraina (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE). Il cambio di strategia arriva dopo lo stop, dal 1° gennaio di quest’anno, al contratto che prevedeva l’utilizzo della rete nazionale ucraina per le forniture di gas russo in Europa. Come spiega Sergii Koretskyi, amministratore delegato del colosso energetico Naftogaz, la rescissione del contratto pone fine a un accordo che fino all'inverno 2024 ha messo al riparo gli impianti dagli attacchi russi.
Per approfondire: Ucraina, Putin: Stop guerra solo se Kiev lascia Donbass. Wsj: piano tedesco contro Mosca
L’obiettivo degli attacchi
Al pari dei danni arrecati alle centrali elettriche che in quasi quattro anni di conflitto hanno generato frequenti blackout nelle città, gli attacchi agli impianti di gas puntano in primo luogo a fiaccare il morale della popolazione. Secondo il quotidiano americano, i civili ucraini stanno facendo scorta di bombole di gas da campeggio per scongiurare l’interruzione improvvisa del riscaldamento in un periodo dell’anno dove le temperature scendono spesso sottozero. I funzionari fanno sapere che l’Ucraina “potrebbe trovarsi di fronte al suo inverno più rigido dal 2022”.
Importazioni di gas a prezzi di mercato
Una seconda ragione che avrebbe spinto il leader del Cremlino Putin a premere sulla “guerra energetica” è prettamente economica. Con gli impianti di estrazione fuori uso, Kiev sarebbe costretta a importare gas a prezzi di mercato, un salasso sui conti pubblici del Paese che con il perdurare delle ostilità sono in profondo rosso. Come riporta il Sole 24 Ore, per l’inverno è salito di 4 miliardi di metri cubi il fabbisogno di gas che secondo dati Naftogaz rappresenta la fonte di calore per l’80% delle famiglie ucraine.
L’accordo con Atene sul Gnl
La partita energetica diventa inoltre un affare geopolitico e chiama in causa i principali alleati di Kiev. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in visita lo scorso 16 novembre ad Atene ha firmato con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, una lettera d’intenti per la fornitura di gas naturale liquefatto (Gnl) per il periodo invernale. “Gli accordi che abbiamo siglato con la Grecia sono una parte importante del grande pacchetto energetico che abbiamo preparato per l'inverno al fine di garantire le forniture di gas all'Ucraina”, sono state le parole del leader ucraino che ha ammesso come gli impianti di produzione e le centrali termiche sono diventati bersagli di missili e droni.
Cosa prevede l’intesa
In base all’accordo, dal 1° dicembre 2025 al 31 marzo 2026 il colosso greco del gas Depa fornirà Gnl americano alla società ucraina Naftogaz. Intese simili sono in vista anche con l’Azerbaigian mentre Zelensky ha annunciato una riforma sulla gestione del sistema energetico alla luce anche dello scandalo corruzione che ha travolto diversi ministri.
Per approfondire: Ucraina, i ministri di Energia e Giustizia si dimettono dopo lo scandalo di corruzione
L’opportunità di business Usa
Atene si impegnerà dunque a far arrivare in Ucraina il Gnl importato dagli Stati Uniti. Per l’amministrazione Trump si tratta di un ulteriore occasione di investimento dopo l’accordo United States-Ukraine Reinvestment Fund, siglato il 30 aprile scorso, che autorizza l’utilizzo delle risorse minerarie strategiche nel Paese. A cui è aggiunto in luglio il Prioritised Ukraine Requirements List, piano che impegna diversi Paesi europei ad acquistare miliardi di dollari in armi made in Usa da girare a Kiev.
Chi finanzia l’importazione
L’acquisto di Gnl spetta, come detto, all’azienda statale ucraina Naftogaz ed è reso possibile, in una prima fase, da prestiti e sovvenzioni. Il 70% dei fondi viene assicurato dagli europei, a partire dai 300 milioni già sbloccati dall’European Investment Bank. Bruxelles, con il supporto della Norvegia, si è impegnata a garantire altri 127 milioni per l’acquisto di gas nell’ambito del programma europeo di sostegno alla resilienza energetica ucraina. La restante quota di prestiti (30%) verrebbe invece coperta dalla US International Development Finance Corporation e dall'Export–Import Bank of the United States (Exim).
Il problema delle riparazioni lunghe
La fornitura di Gnl per l’inverno 2025-26 potrebbe tuttavia risultare insufficiente nel medio termine in mancanza di un accordo di cessate il fuoco. Per ripristinare gli impianti danneggiati dai raid e rimettere in circolo il gas nella rete ucraina servono riparazioni lunghe che potranno richiedere mesi se non anni. A differenza di altre infrastrutture, i ricambi sono più difficili da reperire così come la manodopera.
I danni alla rete elettrica
Non c’è solo il gas a impensierire il governo di Kiev. Secondo il sito Energy Map che monitora in tempo reale il settore energetico, la recrudescenza degli attacchi russi ha fatto registrare un’impennata delle importazioni di elettricità che in ottobre hanno toccato quota 353,9 GWh, 2,5 volte la quantità di settembre.
Trattative per la pace
Il tema dell'energia potrebbe poi approdare sul tavolo delle trattative di pace partite dalla bozza proposta dagli Stati Uniti. "Abbiamo un dialogo, e non è facile", ha ricordato lo stesso presidente russo, Putin, il 27 novembre.
Per approfondire:
Timeline, gli aggiornamenti sui punti di pace Usa per la guerra in Ucraina