Ucraina, soldati in lacrime al fronte e disfatte: i video deepfake della propaganda russa

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Introduzione

Che Pokrovsk sia diventato il centro della battaglia tra Russia e Ucraina è risaputo. Da questa piccola città del Donetsk orientale (circa 7mila gli abitanti) partono gli snodi ferroviari e stradali che collegano questa parte del territorio ucraino con il resto del Paese. Qualche settimana fa si diceva che la conquista di Mosca era praticamente data per scontata, ma la capitolazione delle forze di Kiev non c’è ancora stata. Almeno nella realtà, perché la macchina della propaganda mostra già la vittoria. Lo fa proprio visivamente: sui social russi circolano da tempo decine e decine di filmati con la resa dei soldati ucraini. Una disfatta totale, che però non è reale: sono immagini realizzate con l’intelligenza artificiale.

Quello che devi sapere

La Russia, la disinformazione e la propaganda per la guerra

Non è certo la prima volta che la Russia punta sulla disinformazione per orientare e manipolare l’opinione pubblica. È tutto parte di una "narrazione più ampia che abbiamo visto dall'inizio dell'invasione, con Zelensky che manda giovani e anziani al fronte contro la loro volontà", fa notare ad esempio Pablo Maristany de las Casas, analista dell'Istituto per il Dialogo Strategico, citato dall'Afp e poi ripreso da AdnKronos.

 

Per approfondire: Generazione Europa, verso la pace in Ucraina

Filmati spariti su TikTok, OpenAI apre un’indagine

Ritrovare questi video, almeno fuori dalla Russia, non è sempre facilissimo: appaiono e scompaiono da Internet. TikTok ha fatto sapere che molti degli account che sembrano essere dietro questi video sono ormai stati cancellati, su tutti uno denominato "fantomoko", mentre OpenAI – la casa madre di ChatGpt – ha avviato un’indagine per vederci più chiaro. Svariati video avevano ancora ben visibile il logo di Sora, che è appunto il programma di generazione di deepfake di OpenAI

 

Per approfondire: Piano pace Ucraina, dai territori agli asset russi: i punti che ostacolano l'intesa

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Video deepfake anche in lingue diverse dal russo

Scavando qua e là si trova comunque qualcosa: Afp ne ha visionati alcuni su tutti i principali social, da X a Facebook e da Telegram a Instagram. Non tutti sono rivolti solamente alla popolazione russa, perché ne circolano diversi in altre lingue: francese, polacco, romeno e bulgaro, ma anche in greco e in serbo.

I finti soldati in lacrime perché costretti a combattere

Un filone narrativo su cui i russi hanno spinto particolarmente è quello dei soldati ucraini che, giovanissimi, sono costretti a partire per il fronte. Per alcuni video, si è partiti dal volto di persone che esistono davvero e sono presenti sul web, come uno youtuber piuttosto conosciuto, Vladimir Yuryevich Ivanov.

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Gli streamer russi finiti nei deepfake

In uno dei filmati citati dall’Afp, le sembianze di un presunto soldato ucraino sono state create artificialmente partendo da quelle di Alexey Gubanov, content creator russo in esilio da tempo, spostatosi negli Stati Uniti, diventato famoso ad esempio per i suoi video sulla piattaforma di gaming Twitch (nell'immagine è il penultimo, seconda riga). Il video è arrivato anche alla sua attenzione, portandolo a doverne smentire la veridicità sul suo canale YouTube, dove spesso ha preso posizione contro Putin e contro la guerra, tanto che è stato inserito dal Cremlino nella lista di "agenti esteri". Anche altri streamer di primo piano, come Anton Tatyrzha, sono finiti nel girone dei deepfake russi. 

Al limite dell'assurdo

Si parla poi di filmati di cui si coglie l'assurdità anche a primo impatto, come quelli di un soldato ucraino che cammina senza alcun problema, pur avendo la gamba ingessata

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Una tattica vecchia, con tecnologie nuove

Come detto, il ricorso a tecniche di disinformazione digitale non è certo nuova. Da quando è scoppiata ufficialmente la guerra ancora in corso – era il 24 febbraio 2022 – l'Osservatorio europeo dei media digitali, rete di fact-checking finanziata dall’Ue, ha prodotto più di 2mila articoli e l’intelligenza artificiale è diventato man mano un tema sempre più presente. Già prima che arrivassero i nuovi strumenti digitali, sottolinea Ian Garner, specialista in propaganda russa presso il Pilecki Institute (sempre citato da AdnKronos), la disinformazione era ben presente: si tratta di una "tattica vecchia", ma con una "tecnologia nuova".

 

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