Generazione Europa, verso la pace in Ucraina
MondoDopo il piano in 28 punti inizialmente proposto da Trump per porre fine alla guerra in Ucraina, si discute adesso di una nuova bozza in 19 punti, stilata dai delegati statunitensi, europei e ucraini riuniti in Svizzera
Si cerca la pace per l’Ucraina: l’intento è diventato più concreto dopo che Donald Trump ha presentato una proposta di pace articolata in 28 punti, ritenuta però troppo generosa nei confronti della Russia. Il piano ha innescato ulteriori negoziati tra i delegati di Stati Uniti, Ucraina e Unione europea che si sono tenuti a Ginevra, in Svizzera, e al termine dei quali si è approdati a una nuova bozza in 19 punti. Le questioni sul tavolo sono numerose e delicate: dal numero dei soldati previsti nell’esercito ucraino in tempo di pace, all’ingresso di Kiev nella Nato, fino alle concessioni territoriali e alle garanzie di sicurezza.
La partecipazione di Bruxelles ai negoziati è giudicata diversamente in seno all’Eurocamera. Per Danilo Della Valle, deputato del Movimento 5 Stelle ospite su Sky Tg24, l’Ue sarebbe responsabile di “aver boicottato ogni possibilità di colloquio di pace, mentre sarebbe stato necessario aprire un canale di dialogo sin dall’inizio del conflitto. Così l’Europa ha perso tempo e oggi non vanta un posto da protagonista al tavolo dei negoziati”. Al contrario, per Giorgio Gori del Partito Democratico “è vero che l’iniziativa degli ultimi giorni è arrivata da Trump, ma è altrettanto vero che nel giro di poche ore gli europei hanno presentato un contro-piano. Credo che questi 19 punti rappresentino una buona base per provare a raggiungere il cessate il fuoco”. Sull’importanza del piano che si sta discutendo è concorde Susanna Ceccardi della Lega, secondo cui la pace sembrerebbe adesso più vicina: “L’Europa non deve ostacolarla ulteriormente. Noi come Italia siamo pronti a sostenere lo sforzo della ricostruzione”.
La questione degli asset russi
Un’altra questione che divide l’Unione è quella che riguarda la possibilità di utilizzare gli asset russi, cioè i beni congelati e detenuti in Europa, per sostenere l’Ucraina. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen avrebbe indicato proprio in questa fonte di denaro il bacino cui attingere per finanziare il Paese aggredito. “La questione mi sembra centrale – prosegue Gori –. Il Belgio ha mostrato preoccupazioni per l’impiego di questi beni, perché teme una reazione russa, ma credo che al momento dobbiamo esercitare la nostra parte e che farlo servendosi di questo strumento sia meglio che attingere ai bilanci nazionali”.